
A model displays a creation by Prada as part of the Milan's Women's fashion week Autumn/Winter 2014 collections on February 20, 2014. AFP PHOTO / Filippo MONTEFORTE (Photo credit should read FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)
Miuccia Prada non sbaglia mai, la sua è una moda intelligente, scaltra, furba e maliziosa, che va per la sua strada e se ne frega di tutto il resto, corre in testa e non si guarda indietro, non si ferma ad osservare chi gli passa affianco e cerca sempre nuove ispirazioni. La collezione Prada autunno inverno 2014-2015 è stata presentata ieri pomeriggio al Milano Moda Donna e stamattina nella mente di tutti non c’è che questa sfilata, questa ennesima provocazione, stavolta di stampo cinematografico.
Miuccia Prada lascia un po’ senza parole quando dice: “La cosa più importante, però, è che ogni volta intendo la mia moda come uno strumento per imparare”, è questo che ci dice a fine sfilata e credo che ci sia molto da imparare da queste parole, ci si aspetterebbe che una stilista come Miuccia non abbia più niente da imparare e invece non è così… forse è proprio questa continua ricerca che le permette di ottenere un successo dietro l’altro.
La donna Prada per l’autunno inverno 2014-2015 è dura e spigolosa, ricca di contro sensi , tormentata e un po’ perversa, è una donna tutta d’un pezzo che non scende a compromessi e non vuole piacere, ma piacersi, essere libera e originale. Miuccia ci propone mise colorate e dalle nuance intense, cappotti dai toni acidi con inserti in pelliccia a contrasto, mise trasparenti abbinate a giacche oversize, stampe optical ma senza geometrie, scarpe con il tacco alto e senza regole, esattamente come gli abiti.
In merito a questa collezione Miuccia Prada ha dichiarato:
“Questa volta lo ammetto apertamente: in passerella c’è una maglia praticamente uguale rispetto a quella vista in Le lacrime amare di Petra Von Kant. Ma non si tratta, ovviamente, di una rielaborazione letterale. Non scambiatela per nostalgia, io detesto la nostalgia. In questo periodo, però, sto riguardando tutti i film di Rainer Werner Fassbinder. Lui, la cultura tedesca degli anni Settanta e la coreografa Pina Bausch sono stati per me un momento fondamentale della mia formazione. Oggi mi continuano a suggestionare, a ispirare per il mio lavoro di stilista”.