
La statua del Cristo Redentore di Cevo, un comune della Valcamonica a circa 1.100 metri d’altezza, è crollata oggi pomeriggio poco dopo le 14: purtroppo un 21enne di Lovere (BG), in gita con l’oratorio nella località, è stato travolto e ha perso la vita.
L’opera, di Enrico Job e dedicata a papa Wojtyla, è in Valcamonica dal 2005, e attira numerosi turisti e scolaresche.
I carabinieri di Breno stanno cercando di accertare le cause della rottura della trave in legno che sosteneva la statua, sotto la quale si trovava appunto il giovane. Il resto del gruppo, in visita alla scultura, è rimasto illeso.
Il sindaco di Cevo, Silvio Cetrone, ha detto a IlSecoloXIX:
“Qui c’è un bell’anfiteatro oltre allo spiazzo erboso, è meta di gite e pellegrinaggi, mai ci saremmo aspettati un dramma del genere”
Storia dell’opera
Nel 1998 Papa Giovanni Paolo II visitò Brescia in occasione del centenario della nascita del Papa bresciano Paolo VI, e la grande Croce venne ideata dall’artista Enrico Job per quella occasione:
“La forma ovale dello stadio (di Brescia) rendeva abbastanza logico pensare che il palco lo si costruisse appoggiato a una delle due curve minori. Dunque, là in fondo, verso quell’unica parte si sarebbero rivolti tutti gli sguardi. E se tutto convergeva verso quell’unico orizzonte, l’intero stadio, anche considerando quella sua forma ovale, poteva essere ripensato come una enorme nave o arca, e poteva essere anche interessante immaginare di dare al centro, là in fondo, con una grande Croce curva proprio come la prua di una gigantesca nave, l’idea di una guida per una possibile navigazione spirituale. Ecco, questo poteva essere l’accento forte, il senso dell’opera. Sarebbero state poi determinati a unificare in una sola identità ideale tutti i convenuti allo stadio, l’altezza e le dimensioni del Crocifisso. Stagliato contro il cielo, trasfigurato da quell’altezza e dalla grande proporzione, avrebbe suggerito la dimensione spirituale dello storico tragico sacrificio consumato nel dolore e nella morte, e finalmente per sempre irraggiungibile dalla vulnerabilità della materia terrestre” – Enrico Job
La scultura fu eretta, dopo un’attesa di sette anni dovuta a difficoltà burocratiche, nel 2005 sul Dòs dell’Andròla, ed era visibile da gran parte della valle.
Come si legge sul sito ufficiale dell’opera, la statua era una trave curva a sezione ‘a cassone’, larga 72,50 cm e con profondità variabile dai 2 metri della base fino a 0,60 cm della cima. Si sviluppava in tre tronconi giuntati fra loro ad incastro, e raggiungeva l’altezza di oltre 30 metri, mentre in pianta occupava ben 20 metri.
Era stata stabilizzata contro le raffiche di vento che spesso investono il Dosso dell’Androla da due capriate in legno e da 4 stralli in funi metalliche ancorati al suolo e lunghi rispettivamente 34 e 26 metri. Il Cristo é stata realizzato ex-novo, perché quello esposto a Brescia, di materiale deteriorabile, non avrebbe resistito alle intemperie. Il Cristo era alto 6 metri e pesava quasi 6 quintali.
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Foto | invallecamonica.it