
[blogo-video provider_video_id=”mhtnMABPK7Y” provider=”youtube” title=”Giuliano Dal Molin al MAC di LISSONE” thumb=”” url=”http://www.youtube.com/watch?v=mhtnMABPK7Y”]
Sabato 10 maggio alle ore 18.30 presso la sede del MAC – Museo d’Arte Contemporanea di Lissone saranno inaugurate sei nuove mostre. Guardiamole in dettaglio.
Nicola Samorì – Intus
Il MAC di Lissone ospiterà la prima mostra di sole sculture di Nicola Samorì, un artista che negli ultimi anni si è fatto conoscere per i suoi ‘delitti pittorici’.
“Se l’ambizione della mia pittura è quella di risvegliarsi dal sonno bidimensional l’aspirazione della mia scultura è talvolta quella di fare tabula rasa dell’immagine scacciando i rilievi dal piano e scavando i volumi da dentro”
Il titolo della mostra allude al ‘dentro’ violato attraverso un lavoro di ‘endochirurgia scultorea’. Il sottotitolo invece, “Cristalli di crisi”, è un’espressione usata da Carl Einstein che Didi-Huberman attribuisce
“a qualcosa che si manifesta come anomalo nella storia dell’arte, osando promuovere l’avanzata sovversiva delle forme attraverso un assalto regressivo dell’informe”
Nell’ambito dell’esposizione, sono circa una trentina le opere in mostra.
Nicola Verlato – Hostia
Hostia è un progetto che Nicola Verlato ha realizzato appositamente per il museo di Lissone: l’esposizione, ispirata alla tragica morte – qui trasfigurata in un sacrificio-suicidio – di Pier Paolo Pasolini sulla spiaggia di Ostia, è stata pensata come uno spiegamento, nello spazio e nel tempo, di un grande dipinto che è anche il luogo da cui si origina tutta la mostra.
Il dipinto rappresenta il corpo di Pasolini mentre attraversa a ritroso la propria vita, passando nell’inferno del mondo fino alla sua infanzia.
La mostra di Nicola Verlato si fonda su un desiderio: costruire un complesso monumentale a Ostia, luogo della morte del poeta, cineasta e scrittore.
Gianni Dessì – Tutto insieme
Gianni Dessì indaga il mondo con occhio curioso e vigile. Nel corso degli anni l’artista ha sviluppato una personale visione della realtà che ci circonda, conscio del fatto che l’arte è “un vedere attraverso il quale si disegna il mondo”.
“Vagheggio un’idea dell’arte che possa essere inclusiva e non esclusiva”
L’arte di Dessì, che non è né astratta né figurativa, interroga i linguaggi della pittura per assecondare le proprie intuizioni, le idee e le urgenze che gli permettono di raggiungere un’essenza e un’evidenza delle forme.
Lucio Pozzi – Il sogno bianco
Lucio Pozzi sarà protagonista di una ‘pitturazione’ che si svolgerà il 10 maggio dalle ore 12 fino alle ore 20: il ‘Sogno Bianco’ di Pozzi non è solo un quadro quindi ma anche un evento. Il titolo scelto dall’artista si pone come un ossimoro, perché l’opera è dipinta con colore nero:
“Forse questo titolo addita all’importanza degli spazi negativi fra le forme nere, ma può anche alludere al vuoto trascendente che si intreccia nella nostra esistenza piena di detriti”
Al MAC di Lissone Pozzi si cimenterà con una tela alta due metri e lunga dieci, che verrà dipinta in pubblico, mettendo così a nudo il conflitto tra pittore e spettatore. L’evento pittorico non coinvolgerà soltanto Pozzi, ma anche altri artisti, musicisti e spettatori: Stefano Castagna e Luca Formentini produrranno suoni per mezzo di strumenti da loro costruiti, e allo scoccare di ogni ora riceveranno la visita di altri musicisti – Pino Dieni, Roberto Zorzi, Maddalena Fasoli, Max Foti, Vittorio Guindani – che collaboreranno alla produzione sonora. Alla mezza di ogni ora, una persona scelta tra il pubblico sarà invece invitata a piantare un chiodo all’interno delle campiture nere dipinte sulla tela per appendere un piccolo quadro fatto pervenire da otto artisti amici di Pozzi (Luca Bertolo, David Lindberg, Filippo Manzini, Maria Morganti, Albano Morandi, Luca Pozzi, Lorenza Sannai e Lynn Umlauf).
Simone Racheli – Vuoto a perdere
Al MAC di Lissone Simone Racheli presenta un inedito ciclo di opere su carta, dal titolo “Gli incerti”, e una scultura, denominata “Sostegno all’incertezza”. Racheli mostra il dissesto organico di corpi che necessitano di un sostegno, così come accade alla scultura che sembra muovere i suoi primi passi, molto incerti.
“Cercare il compiuto in qualcosa in evoluzione è un paradosso e non dovrebbe essere applicato all’uomo. Nel tempo abbiamo coniato molti aggettivi che inducono a pensare a una completezza dell’essere umano, integrità suddivisa in due parti, secondo le dottrine attuali che affondano le proprie radici nello sciamanesimo e nel mondo dell’antica Grecia. Il corpo resta comunque un’unità in evoluzione, dalla sua formazione fino alla sua degenerazione. Tale ‘movimento’ (obbligato dalla natura e poi dalla società volitiva) lo rende instabile, inafferrabile, come la materia nell’inquieto Principio di indeterminazione della fisica quantistica Partendo dal concetto di completezza, sia fisica che emotiva, l’approdo è verso un’inevitabile deformità, quale mancanza del compiuto.”
Secondo appuntamento con ‘Il collasso dell’entropia’
In occasione del secondo appuntamento de “Il collasso dell’entropia” l’obiettivo è quello di trasformare tutto il museo in superficie espositiva. Tra gli interventi si segnalano quelli di Oppy De Bernardo, Mirko Canesi, Matteo Bergamasco, Fabrizio Prevedello e Andreco. Negli ambienti espositivi sarà possibile ammirare anche le opere di Silvia Vendramel, Mattia Bosco, Mario Consiglio e Filippo Manzini.
Una particolare attenzione sarà dedicata anche al design, e un’altra novità de “Il collasso dell’entropia” è la sezione dedicata ai multipli realizzati appositamente per il MAC di Lissone.
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