
Il rossetto rosso come simbolo di femminilità e libertà, l’artista Marilù S. Manzini conosciuta per i suoi romanzi, dipinti, fotografie e sculture, con il cortometraggio di Visual Art “A woman” debutta alla regia. Per la sua opera prima ha usato in fase di montaggio un effetto per lavorare sulla frequenza dei fotogrammi, una serie intervallata di tagli per cui ha questa caratteristica a fotogrammi, iscrivendo nel testo un’ossatura ritmica di base, sulle note della canzone “Why can’t I be you” dei Cure.
La Manzini ha voluto esordire con il bianco e nero ma verso il finale, quando la suora comincia a truccarsi le labbra, ha usato il “color pass”, cioè ha escluso tutti i colori tranne quello del rossetto rosso. Il fatto di aver usato il bianco e nero con un solo particolare a colori è un omaggio ad alcuni film girati in questo modo da Hitchcock, Lars Von Trier, fino ad arrivare a Schindler List. Anche nelle sue fotografie usa spesso questa tecnica, è una tecnica che ama molto. “A woman” è un inno alla libertà delle donne, alla loro femminilità.
Il video evidenzia un apparente contraddizione, ad un occhio frettoloso potrebbe sembrare solo un affresco grottesco. In realtà ci troviamo davanti all’immagine di una donna che vive la sua scelta estrema con una libertà difficilmente immaginabile. Non rinuncia al suo ideale, non rinuncia alla sua femminilità. Nel video, chiaramente minimalista, la libertà si afferma come una forza potente e semplice, così potente da vincere i contrasti più duri e semplice come una ragazza che con assoluto candore si trucca davanti ad uno specchio che incornicia il suo volto come in una fiaba.
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