
LONDON, ENGLAND - OCTOBER 13: Artist Damien Hirst stands in The Wallace Collection at his 'No Love Lost, Blue Paintings by Damien Hirst' exhibition on October 13, 2009 in London. The collection comprised of 25 new paintings by British artist Hirst is being shown in the UK for the first time. The new works, created between 2006 and 2008 mark the artist's return to the solitary practice of painting. (Photo by Peter Macdiarmid/Getty Images)
Apre oggi ad Arezzo la rassegna Icastica 2014, e non si placa la polemica in corso tra gli animalisti e Damien Hirst: infatti tra le opere proposte c’è un montone, morto, in formaldeide.
Non è la prima volta che l’artista inglese fa discutere: sono celebri le sue installazioni con protagonisti altri animali imbalsamati e immersi in formaldeide, come mucche o squali. Gli animalisti nella giornata di ieri hanno distribuito numerosi volantini, ma la protesta corre da settimane sulla rete.
Oipa – come altre associazioni per la difesa degli animali – ha proposto una lettera di protesta da inviare a tutte le autorità competenti. Eccone il testo:
“Egr. Signori,
ho appreso che a breve nella città di Arezzo sarà organizzata una manifestazione artistica nella quale sarà esposta un’opera di Damien Hirst. Con la presente intendo esprimere il mio profondo disprezzo per il messaggio diseducativo comunicato dalle performances di Hirst, in cui gli animali sono sacrificati e ridotti a “cose”. Le più grandi organizzazioni di protezione animali come PETA e RSPCA si sono già espresse più volte contro le sue opere e non mancano le critiche degli addetti ai lavori come quelle di Julian Spalding, ex direttore dei musei di arte contemporanea a Manchester, Glasgow e Sheffield, che in un’intervista sull’Indipendent ha dichiarato che ‘l’arte concettuale di Hirst è una truffa’ che sta ‘nel chiamare arte qualcosa che arte non è’. Arezzo, la Toscana e tutta l’Italia vantano un patrimonio artistico invidiato in tutto il mondo e non hanno bisogno delle trovate pubblicitarie di un imprenditore come Hirst. Chiedo pertanto che la sua opera sia rimossa o che la sala dove è esposta sia chiusa al pubblico”
Dall’altra parte però c’è chi difende la manifestazione, come l’assessore alla cultura e al turismo di Arezzo, Pasquale Giuseppe Macrì, che ha commentato (fonte Artribune):
“Dare un contributo alla prosecuzione ed evoluzione dell’opera d’arte quale condensato di pensiero e di senso. Nel convincimento che l’arte configuri una diade con ciascun osservatore, creando rapporti e tensioni non suscettibili di limiti e limitazioni […] Icastica s’impone di ripristinare questi imprescindibili rapporti tra opera e fruitore, nell’intesa dell’arte come azione civica, identitaria e progressista […] Hirst innesca una riflessione anche sulla morte: la morte degli animali come quella dell’uomo congelata nei calchi delle figure pompeiane. Fermare la morte non è istigare alla morte”
Dello stesso avviso il direttore artistico della manifestazione, Fabio Migliorati:
“Icastica deve essere considerata una voce nuova, capace di pervadere di senso le opere del passato, presentate, osservate, considerate sotto una nuova luce di autonomia espressiva abbagliante, malgrado il peso delle culture, delle epoche e delle latitudini. Icastica è un coacervo di eventi senza limiti di definizione, dove ogni specifica disciplina, è intimamente connessa per esprimere i problemi e le potenziali soluzioni del mondo del pensiero contemporaneo”
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