
Forse forse in Italia a livello culturale si inizia davvero a muovere qualcosa?
Si è parlato tanto nei mesi scorsi, a più riprese, della scomparsa dello studio della Storia dell’arte nelle scuole superiori. O meglio, questo non è corretto, perchè in realtà si è trattato di un’operazione di riduzione progressiva delle ore dedicate a questa materia, messa in atto dal ministro Gelmini in poi.
Ieri, nel corso degli Stati Generali della Cultura a Roma, il ministro dell’Università e dell’Istruzione Stefania Giannini ha fatto un importante annuncio: la Storia dell’arte tornerà come materia di studio nel biennio delle superiori. Non può più infatti essere
“una Cenerentola occasionale, ma è una materia accessoria, non strutturale nel percorso degli studenti italiani. Deve tornare, invece, a essere una materia strutturale”
E non solo:
“Non è pensabile che oggi solo chi sceglie il liceo classico o nasce in una famiglia che ha una biblioteca familiare con centinaia o migliaia di volumi possa arrivare in età adulta ad avere una sensibilità per l’arte: per questo introdurremo lo studio della storia dell’arte, in tutti i livelli dei licei, a partire dal biennio, naturalmente con un dosaggio di ore proporzionato al curriculum, e quindi di ore settimanali a crescere, per il triennio sia delle scienze umane sia nell’istituto turistico”
I fondi necessari per l’intera operazione ammontano a circa 25 milioni di euro l’anno, e il budget del Ministero dell’Università è di 51 miliardi all’anno.
Ce la faranno?
“Sì, dobbiamo farcela”, promette Giannini. Un’impresa ambiziosa ma necessaria, in un Paese che detiene il 60% del patrimonio artistico mondiale.
Via | Corriere