Laura Biagiotti fonde la passione per l’arte con incursioni nella geometria multidimensionale, trovando nuove soluzioni estetiche fatte di energie che si compenetrano, per la collezione primavera estate 2015, presentata a Milano Moda Donna. Nel front row: Romina Power, Nancy Brilli, Alena Seredova, Maria Grazia Cucinotta e Cristina Parodi.
L’armadio diventa una “wunderkammer”, una stanza delle meraviglie, una vera e propria galleria per abiti che contengono originalità e valore, arte e artigianalità, questo è il binomio vincente del Made in Italy che Laura Biagiotti sublima nel concetto di ART-APP, sintesi di arte applicata, quale la moda rappresenta.
Nascono così gli intarsi futuristi e le impunture agilizzanti riprese dalle opere di Giacomo Balla, i pannelli dipinti a mano come se fossero tele con i decori floreali di Raoul Dufy, i tagli al laser che, bruciando il tessuto, creano fiori come origami, con i petali in rilievo.
ART-igianalità per i fiori tridimensionali di organza sapientemente realizzati da maestranze italiane, da indossare sempre perché, come sosteneva Balla, i fiori sono un arredo urbano. Innumerevoli i decori hand-made applicati sui capi, come le collane di pietre asimmetriche intarsiate nel tessuto, le pettorine ricamate con pelle e cristalli, e le frange soprapposte che ridefiniscono i volumi.
ART-TRICOT che si declina in audaci sperimentazioni che riescono ad interagire con i diversi campi del quotidiano. Tagli netti e asimmetrici rappresentano lampi di velocità nell’abito di seta, per un’inedita moda radiante. Calature e punti a radella smagliano qua e là il tubino, la blusa e la gonna ruota.
Composizioni multicolor per l’uncinetto e blocchi di colore nei capi di lino intarsiati. Maglia e tessuto si fondono per un vero artificio che riproduce le trecce sulla seta, mentre la tecnica tricot usata con fettucce di tessuto stampato definisce il nuovo bolero passepartout.
ART-PRINTS: le stampe sono un’esplosione d’intensità in un inedito caleidoscopico patchwork. Quelle futuriste riproducono Motivo per stoffa del 1922 e Motivi prismatici compenetrati del 1930 di Giacomo Balla, due delle 130 opere del Maestro facenti parte della Fondazione Biagiotti Cigna.
Bagliori di bianco Biagiotti e toni neutri dividono la scena con verdi accesissimi, continuità di gialli, toni fuxia e violacei che riempiono il tessuto fino a saturarlo. Le composizioni di righe rigorose si sciolgono formando pieghe femminili, o incontrando i petali coloratissimi dei fiori di Dufy. E’ la nuova geometria che si fa seducente creando movimenti guizzanti e senza peso negli abiti di organza con sottogonne di toulle, e nei caftani a fazzoletto con le punte fermati da una cintura-talismano che si indossa sul cuore.
ART-TOUCH per gli occhiali futuristi che hanno bande di acetato a contrasto nella mascherina e, per la prima volta, lenti con tagli asimmetrici che lasciano intravedere il volto. Gli accessori riproducono geometrie futuriste: la tracolla è realizzata con tecniche di intarsio mentre la micro clutch è stampata e ricamata. Accostamenti di pellami multicolor e riflessi metallici con decori irregolari si rincorrono nel sandalo, nel sabot e nelle decollettes con maxi traforo. Il punto vita è segnato da cinture elastiche con pietre colorate.
“La moda italiana da sempre fa da apripista al Made in Italy e anche in questa difficile circostanza per l’economia e il rilancio del nostro paese terrà il vessillo della rimonta. La moda è un bene prezioso del comparto manifatturiero italiano con il record dello sviluppo del massimo valore aggiunto e anche in questi anni di crisi ha retto meglio di altri settori salvaguardando strutture e unità occupazionali. Dunque un futuro prossimo all’insegna di tanto lavoro, enormi sacrifici e irrinunciabile bellezza” ha dichiarato Laura Biagiotti a margine della sfilata.
QUI potete leggere lo Speciale Milano Moda Donna
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Sfilate Milano Moda Donna settembre 2014: l’arte di Laura Biagiotti, collezione primavera estate 2015
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