
The minaret of the Great Mosque rises among the buildings of the old city of Sanaa on November 8, 2009. Declared a World Heritage site by UNESCO in 1984, Sanaa's old city quarter is an architectural treasure-trove, with its 400-year-old intricately decorated buildings. The old city is also home to the ancient Salt Market and the Great Mosque, which was built in the 7th Century, making it one of the oldest mosques in the world. AFP PHOTO/MARWAN NAAMANI (Photo credit should read MARWAN NAAMANI/AFP/Getty Images)
Le guerre uccidono, feriscono e distruggono senza fare alcuna cernita. Così si aggiunge nell’elenco dei siti patrimonio dell’Umanità anche la città vecchia di Saana, nello Yemen, bombardata dalla coalizione guidata dall’Arabia saudita.
Il bombardamento, avvenuto lo scorso 12 giugno, ha raso al suolo tre edifici appartenenti all’Unesco, più un quarto che si è praticamente sbriciolato, facendo anche sei vittime, tutti civili. È la prima volta che la città vecchia viene colpita direttamente da quando lo scorso 26 marzo il presidente yemenita Abd Rabbo Mansour Hadi ha dato il via ai raid per fermare l’avanzata dei ribelli sciiti Houti nel sud del paese.
La direttrice generale dell’organizzazione, Irina Bokova, ha duramente condannato l’attacco, dicendosi “profondamente rattristata per la perdita di vite umane e per i danni inflitti a uno dei più antichi gioielli dell’urbanismo islamico nel mondo. Sono scioccata – prosegue – dalle immagini di queste magnifiche case-torri a più piani e dei loro giardini ridotti in macerie”.
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Da sempre Saana è considerato un gioiello dell’architettura e dell’urbanismo islamico, per i suoi meravigliosi e edifici che hanno più di 2.500 anni: la città vecchia è costituita infatti da oltre 6 mila abitazioni costruite nell’undicesimo secolo, 100 moschee 14 hammam, siti termali dove i fedeli si purificano prima della preghiera.
L’allarme lanciato dall’Unesco non è il primo. Già in maggio aveva denunciato seri danni causati dai bombardamenti sulla Città vecchia a Sanaa e aveva fatto appello ai belligeranti affinché “non coinvolgessero nella guerra il patrimonio culturale” dello Yemen. Richiesta che, dall’inizio dell’operazione araba a guida saudita (sunniti) contro gli sciiti Houthi lo scorso 26 marzo, non sembra comunque aver condizionato in alcun modo Riad. Obiettivo dell’Arabia Saudita è infatti quello di bloccare con ogni mezzo l’avanzata dei ribelli Houthi, che già dal settembre 2014 controllano la capitale e da lì hanno inanellato una serie di vittorie.
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