
A picture taken on June 15, 2015 in Paris shows the Orsay museum and the Eiffel tower. AFP PHOTO / JOEL SAGET (Photo credit should read JOEL SAGET/AFP/Getty Images)
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Dal 22 settembre scorso il Musée d’Orsay di Parigi è chiuso per sciopero: l’agitazione dei dipendenti, che protestano contro l’ipotesi di aprire 7 giorni su 7, ha costretto gli amministratori del museo a sospendere e posticipare a data indefinita l’attesa inaugurazione di Splendeurs et misères, images de la prostitution, un’esposizione sulla rappresentazione artistica della prostituzione.
Lo sciopero, proclamato dal sindacato Confédération générale du travail (CGT-Culture) ha letteralmente bloccato l’attività di uno dei musei più famosi di Francia: secondo Le Figaro 34 agenti di sorveglianza su 37 hanno aderito all’agitazione. Lo sciopero è stato proclamato dal sindacato CGT (uno dei più importanti in Francia) dopo la decisione del governo francese di tenere aperti tutti i giorni della settimana il Musée d’Orsay, il Louvre e il museo della reggia di Versailles: ipotesi, questa, che per ora resta tale almeno fino al 2 novembre.
Storicamente in Francia i musei restano chiusi di lunedì mentre il progetto del governo sarebbe quello di dedicare quella giornata alle visite scolastiche, incrementando così anche i fatturati degli stessi musei. Due giorni fa, quando è iniziata l’agitazione, nessuno si è preoccupato di avvisare i tanti turisti accorsi alle porte del museo, causando non pochi disagi ed imbarazzi alle autorità ministeriali francesi. In questa lettera del 15 settembre scorso però era stato lo stesso sindacato a rendere nota l’agitazione e la protesta, spiegando che non c’è al momento abbastanza personale per supportare un ulteriore giorno di apertura e che quindi i lavoratori sarebbero stati “costretti” a turni in più, tra l’altro mal pagati, vedendo così violato il loro diritto al giorno di riposo settimanale.
In tal senso è da febbraio che in Francia i sindacati annunciano azioni dimostrative, ma il governo di Parigi sembra non aver dato alcuna risposta considerata “accettabile”. Un po’ come è stato, la scorsa settimana, per le due ore di assemblea sindacale che hanno ritardato l’apertura del Colosseo a Roma: sugli scioperi Italia e Francia rispecchiano perfettamente il detto “tutto il mondo è paese”.