
A sign which translates as "My tears send a message that my heart cannot put into words. Pain, immense pain." is displayed on a fence as people gather to observe a minute of silence on November 16, 2015 near the Bataclan concert hall in Paris, to pay tribute to victims of the attacks claimed by Islamic State which killed at least 129 people and left more than 350 injured on November 13. AFP PHOTO / BERTRAND GUAY (Photo credit should read BERTRAND GUAY/AFP/Getty Images)
[blogo-video id=”318801″ title=”Bataclan attack video: People flee Paris theater seconds after terrorists open fire” content=”” provider=”youtube” image_url=”https://media.pinkblog.it/8/8d7/maxresdefault-jpg.png” thumb_maxres=”1″ url=”https://www.youtube.com/watch?v=LSAFcnryoEw” embed=”PGRpdiBpZD0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMzE4ODAxJyBjbGFzcz0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudCc+PGlmcmFtZSB3aWR0aD0iNTAwIiBoZWlnaHQ9IjI4MSIgc3JjPSJodHRwczovL3d3dy55b3V0dWJlLmNvbS9lbWJlZC9MU0FGY25yeW9Fdz9mZWF0dXJlPW9lbWJlZCIgZnJhbWVib3JkZXI9IjAiIGFsbG93ZnVsbHNjcmVlbj48L2lmcmFtZT48c3R5bGU+I21wLXZpZGVvX2NvbnRlbnRfXzMxODgwMXtwb3NpdGlvbjogcmVsYXRpdmU7cGFkZGluZy1ib3R0b206IDU2LjI1JTtoZWlnaHQ6IDAgIWltcG9ydGFudDtvdmVyZmxvdzogaGlkZGVuO3dpZHRoOiAxMDAlICFpbXBvcnRhbnQ7fSAjbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMzE4ODAxIC5icmlkLCAjbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMzE4ODAxIGlmcmFtZSB7cG9zaXRpb246IGFic29sdXRlICFpbXBvcnRhbnQ7dG9wOiAwICFpbXBvcnRhbnQ7IGxlZnQ6IDAgIWltcG9ydGFudDt3aWR0aDogMTAwJSAhaW1wb3J0YW50O2hlaWdodDogMTAwJSAhaW1wb3J0YW50O308L3N0eWxlPjwvZGl2Pg==”]
Tantissime le storie che ci stanno arrivando in questi giorni dai terribili attentati di Parigi, in particolare dal teatro Bataclan della capitale francese, dove i terroristi hanno fatto il maggior numero delle vittime. Tra i sopravvissuti alla tragedia, c’è anche una donna in dolce attesa, che non appena ha sentito gli spari ha cercato di scappare via da quell’orrore, per mettere in salvo se stessa e il bambino che porta in grembo.
Per farlo, la donna ha tentato di calarsi da una delle finestre del teatro dove in quel momento si stava compiendo il massacro. La donna è stata anche immortalata in un video che ci racconta la disperazione di coloro che si trovavano all’interno della struttura: in equilibrio precario sul cornicione, la donna chiedeva aiuto, urlando che era incinta.
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Il video non ci mostra come la storia è proseguita, ma noi sappiamo che la donna incinta ce l’ha fatta. Qualcuno, uno sconosciuto, ha sentito il suo appello, il suo grido di aiuto e di dolore e l’ha salvata, tirandola su e mettendola in salvo. La donna è stata poi aiutata anche da altri parigini, che sin dalle primissime ore hanno messo a disposizione le loro case per chi era in fuga dal terrore.
Tornata a casa, la donna ha chiesto a un amico di scrivere un messaggio su Twitter, per cercare quella mano sconosciuta che l’aveva salvata, solo per sapere se si era messo in salvo anche lui e per dirgli grazie. Anche quell’uomo sta bene:
[quote layout=”big”]Grazie a Twitter il fratello dell’uomo che l’ha salvata mi ha mandato una email. A quel punto, grazie anche alla mia amica, sono riuscito a verificare che si trattava della persona giusta e si sono scambiati i numeri di telefono. Anche lui sta bene e questo è quello che volevamo sapere.[/quote]
L’uomo, intervistato dal giornale La Provence, racconta:
[quote layout=”big”]Davanti a me c’erano due finestre. Appesa a una di loro c’era una donna incinta che implorava di essere presa. Sotto c’era il caos più totale. Sono passato dall’altra finestra e mi sono attaccato a una bocca di aerazione a 15 metri d’altezza. Ho tenuto per cinque minuti la donna incinta. Non ne poteva più e mi ha chiesto di poter rientrare nell’edificio. L’ho fatto e poi non so dove è andata.
[/quote]
Un piccolo gesto che ha salvato la donna e il bambino che porta in grembo.