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Da domani 6 Aprile, l’atteso seguito di “Biancaneve e il Cacciatore”, uscirà nelle sale con il titolo di Il Cacciatore e la Regina di Ghiaccio, una storia che va al di là del primo film, nel tempo e nello spazio.
La storia, infatti, è ambientata prima di Biancaneve, e tutto ha inizio con un tradimento, nei riguardi della sorella di Ravenna, Freya, che con il cuore spezzato, si ritira al nord per governare il suo regno grazie ad un esercito ben addestrato di Cacciatori. Tra loro Chris Hemsworth che già nei panni del Cacciatore nel primo film, torna per ricoprire ancora una volta il suo ruolo, così come Charlize Theron, che impersona nuovamente la perfida Regina Ravenna. Emily Blunt, invece, si è calata nei panni di Freya, alias la regina di Ghiaccio, mentre Jessica Chastain, in quelli della guerriera e cacciatrice Sara, l’amata moglie del Cacciatore, che finalmente ci viene mostrata, dopo i racconti sentiti nel primo film.
Ma per raccontarci meglio la storia, Charlize Theron abbiamo incontrato l’attrice in occasione della conferenza stampa a Milano, dove ci ha parlato del suo ruolo come Regina Ravenna.
La Regina Ravenna è un personaggio malvagio, è la così detta Regina Cattiva. Cosa le permette di esplorare, questo tipo di personaggio?
“Devo essere sincera, trasmette un grande senso di libertà, e credo sia perché il mondo in cui è ambientata la storia, permette agli attori di giocare al di fuori delle regole della realtà, perché quello in cui vive Ravenna è un mondo magico. Tutto questo, mi permette come attrice di esplorare il mio personaggio sotto diversi aspetti, è questa la parte più divertente. E non pensavo di poterlo fare ancora ancora una volta, per questo il fatto che mi abbiano chiamato per fare il sequel è stato davvero eccitante.”
Com’è stato dunque, vestire i panni di un personaggio, così iconico?
“Già facendo il primo film, mi sono dovuta fermare a pensare a quanto fosse iconico il personaggio della Regina Cattiva, e quanto la sua immagine fosse fissata nella mente di tutti. La prima cosa che ho fatto, quindi, è stata di cercarla su google. Sono subito comparse le immagini del cartone, con i capelli corvini, il grande collare, le labbra rosse e quelle sopracciglia. Così entrando nel film, la prima cosa di cui ero sicura, era che volevo fare l’esatto opposto, per rendere il personaggio più moderno e reale. Visivamente, abbiamo pensato a questa donna dai capelli biodi, un po’ gipsy, e l’abbiamo creata partendo proprio da questa idea. E’ stato un rischio, ma quando si incarna un qualcosa di così iconico, l’unico modo con cui penso di farlo, è portando qualcosa di nuovo, perché è una vera sfida ed è ciò che rende il tutto eccitante. Rendere il personaggio più fresco e reale. E il secondo film mi ha aiutato proprio in questo, la relazione con la sorella più giovane Freya, mi ha permesso di esplorare Ravenna più nel dettaglio.”
Anche l’abbigliamento e l’immagine, dunque, aiutano a costruire il personaggio. Com’è stato vestire, letteralmente i panni della Regina Ravenna, con quegli abiti così elaborati?
“Sono così difficili da indossare! Dio ti benedica Colleen Atwood, sei un genio e sì hai qualcosa come 780 Oscar, ma, diavolo se ci fai lavorare. Quei costumi erano davvero pesanti. Io ed Emily (Blunt, nei panni della sorella Freya) eravamo semplicemente divertenti da guardare con la nostra riluttanza nell’indossarli. Ma sono davvero bellissimi, e soprattutto utili. Ti trasformano. La mattina arrivavamo per provare, con il classico outfit che comprende pantaloni della tuta e Hugs e poi non sei più la stessa. Quando ti mettono in uno di quegli abiti, e sei costretta in un corsetto, tutta la tua postura cambia. Devi camminare in un certo modo, e tutti hanno un peso tremendo. Sono faticosi, insomma, ma davvero utili per interpretare al meglio questi personaggi. Colleen è davvero geniale con ciò che crea, dal tessuto alla struttura. Ho fatto tre film con lei, ad oggi, e lei è una delle mie persone preferite con cui lavorare, è collaborativa e capisce fino in fondo il personaggio. E’ sempre divertente lavorare con lei. Quando sei in camerino ed hai l’abito addosso da 10 minuti, sei lì che dici, “fantastico, lo adoro, stringi, stringi”, ma poi sei sul set da 8 ore e tutto ciò che riesci a dire è “O mio Dio! Non riesco a respirare, ti prego aiutami!”.”