
A visitor touches a painting created using a relief printing technique that adds volume and texture, a copy of "Still Life with the Attributes of the Arts" by French artist Jean-Baptiste-Simeon Chardin, part of exhibition titled "Making the Invisible Visible", at the Pushkin Museum of Fine Arts on November 15, 2016. The painting is one of six copies of works by masters such as Pablo Picasso and Sandro Botticelli made for the country's first ever exhibition for the blind. This exhibition allows the blind, or those with limited vision, a chance to create a mental image of a painting by feeling it. / AFP / Natalia KOLESNIKOVA (Photo credit should read NATALIA KOLESNIKOVA/AFP/Getty Images)
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C’è scritto in tutti i musei: vietato toccare. Ma non in questo caso, dove è possibile “guardare” le sculture e le opere d’arte con le mani. Toccare l’arte per imparare ad amarla. E’ il percorso che i Musei Vaticani hanno avviato con alcuni piccoli pazienti dell’ospedale Bambin Gesù di Roma, tutti ipovedenti o non vedenti.
Un progetto di riabilitazione visiva per questi giovanissimi visitatori, un percorso che si snoda attraverso diverse tappe, dalle visite tattili ai laboratori didattici. Attraverso questo percorso ai ragazzi viene data la possibilità di conoscere e apprezzare alcuni capolavori dell’arte presenti nel Museo. L’obiettivo è, oltre a diffondere la cultura, anche accrescere lo sviluppo cognitivo, psicologico e le potenzialità del bambino che potrebbero non esprimersi pienamente a causa della sua condizione di ipovisione in un ambiente ricco di stimoli come quello di un museo.
Le tappe che si svolgono all’interno dei Musei Vaticani sono differenti: si parte dalla vista tattile, con la consulenza di Felice Tagliaferri, che dirige una scuola di arti plastiche a Bologna. E poi: laboratori di percezione tattile, laboratori creativi e un laboratorio dove i ragazzi imparano a modellare la creta e a costruire strumenti musicali.