
A security guard (R) checks his mobile phone next to Italian Baroque master Michelangelo Merisi da Caravaggio's most important works, Supper at Emmaus, after its unpacking for an exhibition in Hong Kong on March 10, 2014. The masterpiece worth roughly 8.2 million USD will be shown during an exhibition that opens on March 12 and runs until April 1. AFP PHOTO / Philippe Lopez RESTRICTED TO EDITORIAL USE, MANDATORY CREDIT OF THE ARTIST, TO ILLUSTRATE THE EVENT AS SPECIFIED IN THE CAPTION (Photo credit should read PHILIPPE LOPEZ/AFP/Getty Images)
Il pesante freddo di questi giorni ha letteralmente mandato in blackout il sistema di riscaldamento della Pinacoteca di Brera, a Milano. Provocando uno sbalzo termico e una eccessiva produzione di umidità all’interno delle sale che ha visto la necessità di rimuovere numerose opere d’arte e di “incerottarne” altre, ovvero di coprirle con teli appositi, per preservarne lo stato.
La decisione è stata presa dal direttore della Pinacoteca in persona, James Bradburne, che ha autorizzato la copertura e la rimozione di molti capolavori, tra cui la tavola di Bramante “Cristo alla colonna” e la tempera su tavola di Lazzaro Bastiani, “Storie della vita di San Girolamo”.
“Velinate” invece molte opere in legno, la cui umidità sarebbe stata micidiale, come la Pala di Brera di Piero della Francesca, mentre altri capolavori molto famosi della Pinacoteca, comelo Sposalizio della Vergine di Raffaello, Il Bacio di Hayez, il Cristo morto di Mantegna e La cena in Emmaus di Caravaggio sono rimasti al loro posto.
Il Mibact ha deciso di avviare un’indagine interna su quanto avvenuto, sebbene lo staff di Brera sia intervenuto tempestivamente: “Sul Bramante vi è stato un leggerissimo sollevamento, ma niente di irreversibile – ha detto Bradburne all’ ANSA – In 10 anni non avevamo mai avuto un freddo così secco. Situazione eccezionale, non si ripeterà più”.