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Lo scrittore Yari Selvetella ha raccontato alcune particolarità della sua vita privata: dalla morte della moglie al rapporto con i figli.
Intervenuto a ‘Oggi è un altro giorno’, Yari Selvetella, noto scrittore e autore di vari romanzi, ha raccontato momenti della sua vita privata. L’uomo si è soffermato in modo particolare sulla morte della moglie a causa della leucemia, e di come sia andato avanti crescendo i loro tre figli – 1 biologico e 2 con padri diversi -.
Yari Selvetella: dalla moglie alla crescita dei figli
“La mia compagna si è ammalata di leucemia, circa 10 anni fa. Speravamo in un esito diverso, invece la malattia è peggiorata e nel giro di un anno lei è morta. Il mio dolore lo esorcizzavo scrivendo e leggendo. È sempre stata questa la mia modalità per relazionarmi ai desideri e alle memorie. Cerco ancora nella scrittura e nella letteratura l’ipotesi che ci sia una via d’uscita da queste esperienze”, ha raccontato Yari Selvetella.
“Il lutto viene solitamente circoscritto a un periodo molto preciso, invece è una questione che si insinua nelle nostre menti e nella nostra anima negli anni. Con i ragazzi ci siamo amati, siamo stati assieme. Abbiamo cercato di aiutarci l’un l’altro, di andare avanti. Siamo riusciti ad andare avanti anche con l’arrivo di una nuova compagna, che ho conosciuto dopo un paio d’anni. Dal nostro amore è nata una figlia femmina e questo ha dato il via a una comunità familiare vera e propria”.
Sul come ha affontato questo momento e dell’esperienza in ospedale: “Rabbia no. Entrare in contatto con il mondo dell’ospedale, delle cure, è un’esperienza fortissima e che ci fa capire che non è che c’è stato un destino crudele nei confronti di una persona, ma che c’è un destino che condividiamo tutti. Determinate esperienza ci fanno aprire gli occhi. Quando vedi che centinaia o migliaia di persone soffrono come te… Io assorbivo tutto questo dolore scrivendo e leggendo”.
Di seguito alcune parole dell’uomo in un post Twitter dell’account ufficiale di ‘Oggi è un altro giorno’:
Yari Selvetella: “Entrare in contatto con il mondo dell’ospedale, delle cure, è un’esperienza fortissima e che ci fa capire che non è che c’è stato un destino crudele nei confronti di una persona, ma che c’è un destino che condividiamo tutti” #OggièUnAltroGiorno pic.twitter.com/EWt8BFz3sI
— oggieunaltrogiorno (@altrogiornorai1) November 14, 2022