
Rincari generali: trasporti e alloggi sotto pressione (www.pinkblog.it)
L’estate 2025 si presenta come una delle più onerose per le famiglie, con rincari che abbracciano trasporti, alloggi e servizi balneari. .
La combinazione di inflazione persistente, aumento della domanda turistica e la necessità per gli operatori di recuperare margini di guadagno perduti negli anni passati sta determinando un significativo innalzamento dei costi delle vacanze nelle mete italiane più ambite. Questo fenomeno, già percepito dalla primavera, raggiungerà il suo picco nei mesi estivi, mettendo a dura prova il budget degli italiani.
Tra i settori maggiormente colpiti dagli aumenti vi sono i trasporti. I biglietti ferroviari per le tratte ad alta velocità sono aumentati mediamente del 10%, mentre i voli nazionali, compresi quelli low cost, hanno registrato incrementi che raggiungono il 20%, principalmente a causa del rincaro dei carburanti e della maggiore richiesta estiva. Anche i pedaggi autostradali contribuiscono ad aumentare il costo degli spostamenti su strada.
Per quanto riguarda gli alloggi, il quadro non è più rassicurante. Le strutture ricettive, tra cui alberghi, bed & breakfast e case vacanza, hanno adeguato i prezzi per far fronte ai maggiori costi di gestione, quali energia, acqua e personale. Le tariffe medie per una camera doppia in località marittime di fascia media oscillano tra i 110 e i 150 euro a notte, superando frequentemente i 200 euro nelle località più esclusive come la Costiera Amalfitana, la Versilia e le isole maggiori. Gli affitti brevi, prenotati soprattutto con largo anticipo, risultano esauriti già a maggio; mentre le offerte last minute possono costare fino al 30% in più rispetto al 2024. Questa situazione spinge molti italiani a ridurre la durata delle vacanze o a rinunciare del tutto.
Balneazione e ristorazione: prezzi in aumento anche in spiaggia
L’entrata nelle spiagge si traduce quasi inevitabilmente in un aggravio dei costi. Il prezzo medio per un ombrellone e due lettini è cresciuto del 15% rispetto all’anno precedente, raggiungendo punte di quasi 40 euro al giorno in aree come la Romagna, la Sardegna e la Puglia. Le concessioni balneari, soggette a frequenti discussioni politiche, riflettono l’incremento dei costi di manutenzione e pulizia.
Anche la ristorazione balneare ha subito rincari significativi: un pranzo base con primo, secondo, acqua e caffè costa mediamente tra i 25 e i 35 euro. Le consumazioni al bar, dagli aperitivi ai gelati, hanno visto aumenti dal 10% al 20%, con turisti sempre più critici rispetto alle differenze di prezzo, anche rispetto alla primavera.
Le spiagge libere, tradizionalmente una scelta più economica, stanno diventando più affollate e meno curate. Diverse amministrazioni locali hanno introdotto ticket di ingresso o contributi volontari per coprire i costi di sorveglianza e pulizia, limitando ulteriormente gli spazi gratuiti e aumentando la competizione tra i bagnanti.

L’impatto economico di questi aumenti si riflette nelle scelte di viaggio. Molte famiglie optano per vacanze più brevi, preferendo week-end o periodi meno richiesti come giugno o settembre. Le destinazioni alternative, quali la montagna e i borghi dell’entroterra, stanno guadagnando popolarità grazie a prezzi più contenuti e a un’offerta turistica comunque di qualità.
Una quota crescente di italiani, specialmente giovani, pensionati e nuclei monoreddito, dichiara di rinunciare alle ferie estive per motivi economici, trasformando il sogno del mare in brevi gite giornaliere o soggiorni domestici. Chi parte lo fa con maggiore attenzione al risparmio, ricorrendo a piattaforme di prenotazione con sconti, pacchetti tutto incluso e bonus vacanze, ove disponibili. Tuttavia, queste soluzioni non compensano completamente l’aumento generalizzato dei prezzi.
Impatto del costo dei traghetti e stabilimenti balneari
Il costo dei traghetti incide pesantemente soprattutto per chi si sposta verso le isole maggiori. Le tariffe per una famiglia con auto possono superare i 1.300 euro per tratte come Civitavecchia-Olbia o Genova-Porto Torres, con incrementi medi del 9,7% rispetto al 2024.
Gli stabilimenti balneari, dopo i rincari post-pandemia, continuano a registrare aumenti più contenuti, tra il 3% e il 6%, ma rappresentano comunque una voce significativa per chi frequenta la spiaggia regolarmente.
Questa situazione complessiva sta ridefinendo il modo di fare vacanza degli italiani, con una crescente attenzione al rapporto qualità-prezzo e una maggiore propensione a spostare le ferie fuori dai periodi di massima affluenza.