
Passate di pomodoro, test Altroconsumo: residui di pesticidi in dieci marchi su ventiquattro. Ecco tutti i dettagli.
La passata di pomodoro è un alimento simbolo della tradizione culinaria italiana, spesso scelto con fiducia dai consumatori grazie alla sua immagine di prodotto genuino e naturale. Tuttavia, un recente approfondito studio di Altroconsumo, pubblicato a giugno 2025, solleva importanti riflessioni sulla reale qualità e sicurezza di questo ingrediente fondamentale nelle nostre cucine.
Passata di pomodoro: qualità e sicurezza nei test di Altroconsumo
L’indagine ha coinvolto 24 diverse marche di passate di pomodoro reperibili nei principali supermercati italiani. Il test ha analizzato diversi parametri: dalla composizione alla presenza di residui chimici, passando per il gusto, l’etichettatura e il packaging. Il risultato complessivo ha evidenziato come tutti i prodotti rispettino le normative vigenti, confermando la presenza di vera passata senza diluizioni illecite o ingredienti estranei. Anche il giudizio organolettico ha premiato diverse etichette con punteggi elevati.

Nonostante ciò, un dato importante emerge dal laboratorio: in quasi la metà dei campioni, ovvero in 10 su 24, sono stati rilevati residui di fitofarmaci. Si tratta di sostanze utilizzate in agricoltura per proteggere le colture, ma che possono lasciare tracce nel prodotto finale. Anche se nessuno di questi campioni supera i limiti di legge stabiliti dall’Unione Europea, alcuni pesticidi identificati sono considerati a rischio da studi scientifici per il loro potenziale impatto sulla salute umana.
Tra le sostanze più ricorrenti spicca il Dimetomorf, un fungicida che dal 2025 è stato vietato in tutta l’Unione Europea a causa dei suoi effetti nocivi e della capacità di interferire con il sistema endocrino. Il divieto definitivo è stato sancito con la revoca delle autorizzazioni entro il 20 novembre 2024, con un periodo di tolleranza fino al maggio 2025. Nonostante ciò, il Dimetomorf è risultato presente in sei marche analizzate: Pomì, Le Stagioni d’Italia, Rosso Gargano, Le Conserve della Nonna, La Torrente e Delizie del Sole (Eurospin).
Altri pesticidi attenzionati includono Spirotetrammato, Difenoconazolo e Boscalid, sostanze classificate come potenziali interferenti endocrini o sospette cancerogene. Per esempio, la passata Rosso Gargano ha mostrato la presenza contemporanea di più di questi residui, mentre la passata Selex contiene Difenoconazolo e Boscalid.
I migliori prodotti e il rapporto qualità-prezzo
Nonostante la presenza di residui chimici, la metà dei prodotti testati (14 su 24) è risultata priva di pesticidi ritenuti problematici, fatta eccezione per il rame, unico fitofarmaco consentito anche in agricoltura biologica. Questi prodotti hanno ottenuto i migliori risultati complessivi, sia sul piano qualitativo che della sicurezza.
In particolare, la passata a marchio Conad si è distinta per l’ottimo equilibrio tra qualità tecnica e gusto, venendo anche premiata come “Miglior Acquisto”. Sorprendentemente, non è tra le più costose: con un prezzo medio di appena 1,21 euro al chilo, è la seconda meno cara tra quelle promosse. Questo dato conferma come non sia necessario spendere di più per assicurarsi un prodotto di qualità e trasparente.
Altri marchi noti come Mutti, De Cecco, La Molisana e Cirio hanno ottenuto punteggi elevati, mentre alcune passate biologiche di fascia alta, come Alce Nero e Terrae, non hanno brillato né nei test di laboratorio né nelle prove di gusto, pur avendo prezzi sensibilmente superiori.
Altroconsumo sottolinea che, pur rispettando i limiti di legge, la presenza di residui di fitofarmaci classificati come CMR (cancerogeni, mutageni o tossici per la riproduzione) pone una questione che va oltre la semplice conformità normativa. Si tratta di un tema che coinvolge la consapevolezza del consumatore, la trasparenza dell’industria alimentare e l’impegno verso pratiche agricole più sostenibili.