
Una spiaggia che cela un tesoro - pinkblog.it
La presenza di questo oro di minuscole dimensioni dimostra quanto ancora rimanga da scoprire e valorizzare nei paesaggi naturali.
Nelle remote coste dell’Isola Sud della Nuova Zelanda si trova una spiaggia che cela un segreto prezioso sotto i suoi granelli scuri: una polvere d’oro microscopica.
Non sono pepite scintillanti o filoni visibili a occhio nudo, bensì minuscoli frammenti d’oro che necessitano di un microscopio elettronico per essere individuati.
La scoperta dell’oro detritico nella spiaggia di Wangaloa
Recenti ricerche scientifiche hanno analizzato i sedimenti di diverse spiagge della regione, con particolare attenzione alla spiaggia di Wangaloa, nota per la presenza di questa “polvere d’oro”. I campioni prelevati hanno rivelato che alcune particelle d’oro raggiungono dimensioni di appena 10 micrometri, cioè circa un quinto dello spessore di un capello umano.
Utilizzando tecnologie ad alta risoluzione, le immagini ottenute mostrano una varietà di forme: alcune particelle sono irregolari, altre più levigate, mentre alcune sono addirittura ricoperte da uno strato di argilla e da oro secondario.
Questa particolare forma di oro è definita oro detritico, un materiale che nel corso del tempo è stato trasportato e depositato dalle acque marine. Nonostante la sua presenza, fino a poco tempo fa era stato completamente ignorato, anche dai cercatori di metalli più esperti, a causa della sua natura estremamente fine e difficile da estrarre.
Le difficoltà nell’estrazione e il valore nascosto
Il professor Dave Craw, emerito di geologia presso l’Università di Otago, ha guidato lo studio con l’obiettivo di attribuire valore a queste particelle preziose che tradizionalmente sfuggono al setaccio dei minatori. Anche nelle zone dove l’estrazione aurifera è stata praticata, come la costa occidentale della Nuova Zelanda, recuperare questo oro detritico si è sempre rivelato un compito arduo.

Uno degli ostacoli principali è la natura stessa di queste particelle: così piccole e leggere che, durante la ricerca con la classica padella da cercatore d’oro, tendono a galleggiare sulla superficie dell’acqua e a disperdersi facilmente, rendendo quasi impossibile il loro recupero. Questo spiega perché, nonostante la presenza dell’oro, le probabilità di trovare un vero tesoro camminando lungo la riva sono estremamente ridotte.
Un patrimonio minerario ancora poco valorizzato
Questa scoperta mette in luce un aspetto poco conosciuto ma significativo della geologia costiera neozelandese, confermando che il più grande giacimento d’oro del mondo non si trova necessariamente in grandi miniere ma può nascondersi anche nelle sabbie più comuni, seppur in forma microscopica.
Lo studio rappresenta un importante passo avanti nella comprensione dei depositi auriferi detritici e apre nuove prospettive per future ricerche e tecniche di estrazione più efficaci.