
La truffa che sta rovinando le vacanze degli italiani - pinkblog.it
Multa falsa con QR code, l’allarme della Polizia Locale che avverte i cittadini sui rischi di questa nuova truffa.
Dopo i falsi verbali con Iban, arriva l’evoluzione: i truffatori usano QR code sui parabrezza delle auto per estorcere denaro in modo rapido e senza controlli preventivi. Il fenomeno è stato segnalato a Taormina e l’allarme arriva dal Comando della Polizia Locale di Catania. Il meccanismo è studiato per colpire soprattutto i turisti. Dopo ore trascorse tra musei, ristoranti o spiagge, un visitatore stanco potrebbe trovare sul parabrezza un verbale apparentemente regolare. Convinto di risolvere in pochi secondi la situazione, potrebbe inquadrare il QR code senza accorgersi della truffa, magari attratto dall’illusione di uno “sconto” per il pagamento immediato.
Falsi verbali e trappola del QR code
Se i falsi con Iban avevano il limite di lasciare più tempo alla vittima per verificare l’errore tramite home banking, la strategia del QR code è molto più insidiosa. L’automobilista viene indotto a pagare all’istante, senza la possibilità di controlli preventivi. Secondo il comunicato ufficiale della Polizia Locale di Catania, i verbali ritrovati a Taormina sono atti totalmente privi di valore giuridico. Non risultano emessi dal Comando e presentano irregolarità evidenti: date incomplete, assenza di targa, mancanza di luogo e orario della presunta infrazione, oltre all’assenza di modalità di pagamento alternative al QR code.

Il Comando invita i cittadini a non effettuare alcun versamento e a verificare sempre la validità dei verbali ricevuti. Le autorità sottolineano l’importanza di conservare una copia del documento falso o di fotografarlo, così da agevolare le indagini. La collaborazione dei cittadini è considerata fondamentale per contrastare queste condotte fraudolente.
Dal quishing alle truffe digitali: come difendersi
Le truffe con QR code non riguardano solo le multe fasulle. In diverse città europee – e anche italiane – si sono registrati casi di quishing, termine che unisce “QR” e “phishing”. In questo schema i truffatori applicano adesivi con codici falsi sopra quelli originali dei parcometri. L’utente crede di pagare la sosta, ma in realtà versa denaro a sconosciuti o, peggio, scarica un malware che ruba i dati della carta di credito. In altri episodi i QR code vengono disseminati in luoghi pubblici come fermate degli autobus o scuole, puntando sulla curiosità dei passanti. L’inquadratura del codice può aprire siti fraudolenti o installare software dannosi sul telefono.
Per ridurre i rischi la Polizia Locale ricorda alcune regole di sicurezza. È importante controllare l’adesivo: se appare sovrapposto o stampato in maniera approssimativa, meglio evitarlo. Occorre sempre verificare l’URL prima di procedere e diffidare di domini strani o con estensioni poco comuni. Non bisogna inserire dati di pagamento su siti aperti tramite QR code, ma utilizzare solo i canali ufficiali, digitando manualmente il sito o aprendo l’app del servizio. La diffusione dei falsi verbali a Taormina rappresenta un esempio concreto di come i truffatori sfruttino la fretta e la distrazione dei cittadini, soprattutto nei contesti turistici. Un fenomeno che conferma la necessità di mantenere alta l’attenzione, anche di fronte a ciò che sembra un normale controllo stradale.