
Madre che tiene in braccio il bambino appena nato - www.pinkblog.it
Nello scorso anno, il 2024, il tasso di fecondità delle donne italiane ha raggiunto il minimo storico.
Un dato che non stupisce, purtroppo, dal momento che questo trend demografico sta peggiorando continuamente, ma che è indiscutibilmente preoccupante.
Cosa si intende per “tasso di fecondità”
Prima di scoprire le statistiche ufficiali fornite da Istat, il noto istituto statistico nazionale, è opportuno specificare cos’è, esattamente, il tasso di fecondità.
Questo dato indica, sostanzialmente, il numero medio di figli che una donna può avere nella sua intera vita, considerando come età fertile quella compresa tra 15 e 49 anni.
Il tasso generale è elaborato sulla base dei tassi di fecondità registrati in tutte le diverse fasce d’età comprese, appunto, tra 15 e 49 anni; esso, dunque, comunica qual è la quantità di figli che le donne avrebbero in media oggi per l’intero arco della loro età fertile nel caso in cui le statistiche riscontrate in ogni singola fascia d’età restassero invariate.
Affinché una popolazione possa mantenersi numericamente costante nel tempo, al netto, ovviamente, di eventuali movimenti migratori, il tasso di fecondità dovrebbe ammontare almeno a 2,1.
Tasso di fecondità di appena 1,18, cresce anche l’età media al primo parto
Come si diceva, la situazione demografica del nostro Paese è sconfortante: nel 2024, infatti, Istat ha rilevato il minimo storico per quel che riguarda il tasso di fecondità, ovvero 1,18.
Sebbene nell’anno precedente, il 2023, si registrò un dato pessimo, ovvero 1,20, nel 2024 la situazione è peggiorata ulteriormente e ad oggi si fa davvero fatica ad immaginare delle possibili inversioni di tendenza.
Fino ad oggi, il dato peggiore era stato quello del 1995, quando il tasso di fecondità ammonto a 1,19, ma come visto nel 2024 è stata toccata la cifra più bassa in assoluto.
Suddividendo il territorio nazionale in Nord, Centro e Sud, il dato peggiore è stato quello del Centro, 1,12, seguono il Nord con 1,19 e il Sud con 1,20.
Se da un lato le donne italiane, come visto, fanno sempre meno figli, si alza sempre di più anche l’età media al primo parto, che nel 2024 è risultata essere di 32,6 anni, ovvero +0,1 rispetto al dato del 2023.

Un fenomeno demografico che ha radici sociali
La condizione della demografia italiana, dunque, è allarmante: considerando che, come detto in precedenza, per mantenere costante l’entità di una popolazione occorrerebbe un tasso di fecondità di almeno il 2,1, l’Italia sta andando incontro ad un declino demografico ormai inesorabile, a cui neppure gli ingressi tramite migrazione riescono ad ovviare.
Dinanzi a cifre così nette, ovviamente, è inevitabile riflettere su ciò che ha portato alla situazione odierna: le sempre più diffuse difficoltà economiche, gli altissimi livelli di precarietà lavorativa, i salari troppo bassi che si contrappongono a un costo della vita in crescita costante, e ci si chiede se realmente non sia stato possibile fronteggiare efficacemente questi fenomeni sociali così impattanti.
Ovviamente, questi non sono i soli fattori a cui imputare questi dati così impietosi; a cambiare, probabilmente, sono anche le aspettative di molti cittadini, sia donne che uomini: se in passato, infatti, costruire una famiglia e fare dei figli era considerato un obiettivo di indiscussa importanza, oggi per molte persone le priorità sono cambiate.
Non bisogna ovviamente dimenticare tutte le coppie che, pur desiderose di costruire una famiglia, non riescono ad avere dei figli, e a questo riguardo si raccomanda una buona informazione medica, la quale può assolutamente fare la differenza.
In rete i portali autorevoli non mancano, ad esempio su www.medicitalia.it si possono trovare degli approfondimenti preziosi su come calcolare l’ovulazione, i sintomi e come calcolare i giorni fertili. E non solo. Ma anche sugli esami medici consigliati, sia per le donne che per gli uomini, nel caso in cui si stessero incontrando delle difficoltà.