
Donna allegra posa su fondo azzurro con maglioncino color arancio. - www.pinkblog.it
La perdita dei denti, in molti casi, non è solo una questione estetica.
Quando il mascellare superiore presenta un’atrofia ossea severa, la possibilità di inserire un impianto dentale tradizionale si riduce drasticamente. È in questo contesto che entra in gioco una delle tecniche più evolute dell’implantologia contemporanea: gli impianti zigomatici, una soluzione pensata per restituire funzionalità e stabilità anche in casi estremi. Ma come funzionano realmente, e perché vengono considerati una delle innovazioni più affidabili del settore?
Una tecnica per chi non ha più osso sufficiente
Gli impianti zigomatici prendono il nome dall’osso su cui si ancorano: lo zigomo, o osso malare, che si trova appena sotto l’occhio. Si tratta di una struttura ossea particolarmente densa e stabile, utilizzata dagli specialisti quando l’osso mascellare è troppo ridotto per sostenere impianti convenzionali.
In pratica, al posto di inserire i perni nell’arcata superiore, i chirurghi li ancorano direttamente nell’osso zigomatico, che garantisce un’ottima osteointegrazione e una durata nel tempo superiore. È una tecnica nata per i casi complessi di atrofia mascellare e per chi, dopo anni di dentiere mobili o infezioni gengivali, ha perso gran parte del tessuto osseo.
Le viti, molto più lunghe rispetto a quelle degli impianti classici — possono superare i 50 millimetri — attraversano l’intera struttura ossea fino a raggiungere la zona zigomatica. Questa inclinazione particolare consente di ottenere una stabilità immediata della protesi, permettendo spesso al paziente di tornare a sorridere e masticare in tempi sorprendentemente brevi.
Come si svolge l’intervento
L’intervento di implantologia zigomatica è frutto di una pianificazione digitale meticolosa. Prima di ogni operazione, gli odontoiatri ricorrono alla TAC Cone Beam, un esame tridimensionale che consente di analizzare con precisione lo spessore e l’altezza dell’osso residuo.
Grazie a questo modello 3D, il chirurgo individua con esattezza il punto in cui inserire i perni in titanio, evitando zone delicate come i seni mascellari.
Durante l’intervento, i tessuti molli vengono sollevati per esporre l’osso zigomatico e creare i canali necessari per l’inserimento delle fixture. Una volta collocate, la parte superiore viene suturata e viene montata una protesi provvisoria che il paziente indosserà per alcuni mesi, fino alla completa guarigione.
In media, l’operazione dura circa due ore e mezza, in anestesia locale o sedazione, con un decorso post-operatorio relativamente rapido e un livello di dolore contenuto rispetto alle tecniche di innesto osseo.

Vantaggi clinici e funzionali
Il principale beneficio di questa tecnica è la possibilità di ottenere un carico immediato: i nuovi denti possono essere fissati lo stesso giorno dell’intervento, senza dover attendere mesi di integrazione. Questo riduce drasticamente i tempi e migliora la qualità della vita del paziente.
Gli impianti zigomatici presentano inoltre un tasso di successo superiore al 98%, grazie alla resistenza e alla densità dell’osso malare, che non è soggetto a deterioramento nel tempo come il mascellare.
Tra i vantaggi più evidenti:
- eliminazione della necessità di innesti ossei;
- possibilità di recuperare l’estetica del sorriso e la funzionalità masticatoria in pochi giorni;
- stabilità protesica elevata anche in presenza di atrofia grave;
- riduzione del disagio post-operatorio;
- risultati duraturi, con una media di 15 anni di efficienza documentata.
In molte situazioni, la procedura permette di evitare interventi invasivi e di risolvere in un’unica seduta problemi che, in passato, avrebbero richiesto mesi di attesa e più operazioni chirurgiche.
Quando e per chi sono indicati
Gli impianti zigomatici rappresentano una valida alternativa per chi ha subito un forte riassorbimento dell’osso mascellare, per i portatori di protesi mobili e per coloro che, a causa di traumi o infezioni croniche, non hanno più una base ossea sufficiente.
Sono indicati anche nei casi in cui la ricostruzione ossea tradizionale non sia praticabile o presenti rischi troppo elevati.
Gli specialisti valutano caso per caso, attraverso indagini radiologiche e analisi approfondite del cavo orale, la fattibilità dell’intervento. In centri odontoiatrici di riferimento, come quelli che eseguono impianti zigomatici Milano, vengono utilizzati protocolli avanzati per garantire precisione chirurgica e sicurezza post-operatoria, soprattutto nei pazienti anziani o con condizioni cliniche complesse.
Recupero, alimentazione e durata
Il periodo di guarigione prevede l’uso di una protesi provvisoria, con la quale si può parlare e masticare fin da subito. Nei giorni successivi, possono presentarsi lievi gonfiori o dolori localizzati, che regrediscono spontaneamente. Dopo circa tre mesi, avviene la sostituzione con la protesi definitiva.
Durante la prima fase di recupero, è consigliabile privilegiare cibi morbidi e semiliquidi, per non sollecitare eccessivamente l’area operata.
La durata dell’impianto dipende da diversi fattori, tra cui la salute generale del paziente e la cura dell’igiene orale. Tuttavia, in condizioni ottimali, gli impianti zigomatici possono mantenere la loro funzionalità per oltre 15 anni, spesso per tutta la vita.
Una risposta moderna a un problema antico
Dietro questa tecnologia c’è una filosofia semplice: restituire sicurezza e comfort a chi aveva perso ogni speranza di tornare ad avere denti fissi. Gli impianti zigomatici rappresentano oggi un punto di svolta per l’odontoiatria, una frontiera dove scienza e precisione chirurgica si incontrano per risolvere uno dei problemi più complessi del sorriso umano.
E forse, proprio in quella sensazione di tornare a masticare senza paura, a parlare senza imbarazzo, si nasconde la vera forza di questa innovazione.