Arriva il tanto atteso “regalo” di fine novembre: questi cittadini stanno per ricevere 100 euro extra a testa.
Con l’avvicinarsi della fine dell’anno, molti pensionati italiani potrebbero beneficiare di un bonus fiscale poco conosciuto ma significativo: un incremento di circa 100 euro mensili grazie al cosiddetto trattamento integrativo. Questa misura, nota anche come “ex bonus Renzi”, è stata originariamente pensata per i lavoratori dipendenti, ma oggi può estendersi anche ad alcune categorie di pensionati che soddisfano precisi requisiti reddituali e fiscali.
Il trattamento integrativo consiste in un bonus fiscale pari a 1.200 euro all’anno, erogato in modo frazionato mensilmente e inserito direttamente nel cedolino pensionistico o, in alternativa, riconosciuto in fase di conguaglio fiscale attraverso la dichiarazione dei redditi (modello 730).
Arrivano 100 euro extra, il “regalo” di fine novembre: chi li riceverà
Quest’anno, come chiarito dall’INPS nel messaggio n. 755 del 20 febbraio 2024, il bonus è accessibile anche ai pensionati che percepiscono determinate tipologie di prestazioni assimilate ai redditi da lavoro dipendente. Si tratta in particolare di:
- APE sociale, l’anticipo pensionistico dedicato a lavoratori in condizioni di difficoltà;
- prestazioni di accompagnamento all’esodo;
- pensioni integrative assimilate ai redditi da lavoro dipendente, soggette alla stessa disciplina fiscale prevista dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR).

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Queste categorie beneficiano di un trattamento fiscale agevolato simile a quello dei lavoratori dipendenti, situazione che consente loro di accedere al bonus. Il trattamento integrativo è concesso solo entro specifiche fasce di reddito complessivo. Per il 2025, i limiti sono i seguenti:
- Per redditi fino a 15.000 euro annui, è riconosciuto il bonus pieno di 100 euro al mese;
- Per redditi tra 15.001 e 28.000 euro, l’importo del bonus diminuisce progressivamente in base alla cosiddetta “capienza fiscale”, ovvero la capacità delle detrazioni di superare il livello dell’imposta dovuta.
La regola della capienza fiscale impone che il reddito da lavoro dipendente o assimilato sia superiore alla detrazione spettante, meno 75 euro. Se questa condizione non è rispettata, il trattamento integrativo non può essere riconosciuto.
Il bonus viene generalmente riconosciuto in modo automatico dall’INPS o dal datore di lavoro, purché siano rispettati i requisiti previsti dalla normativa. In caso contrario, il pensionato può richiederne il riconoscimento in fase di dichiarazione dei redditi, attraverso il modello 730, recuperando così l’importo spettante anche retroattivamente.
È importante sottolineare che il trattamento integrativo non è cumulabile con altre detrazioni o bonus simili, e che la verifica del diritto avviene sulla base dei dati reddituali comunicati all’amministrazione finanziaria.

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