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Arte e cultura

Vassily Kandinsky al Palazzo Reale di Milano la collezione del Centre Pompidou

Apre oggi al Palazzo Reale di Milano l’attesa antologica realizzata insieme al Centre Pompidou di Parigi

Saranno delle feste e un inizio anno all’insegna di Vassily Kandinsky quelli che si prepara a vivere la città di Milano grazie alla grande mostra che ha portato fin nelle sale del Palazzo reale le opere del pittore russo che fu tra i primi a teorizzare l’arte astratta.

Alla guida del progetto espositivo (promosso e prodotto dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, Palazzo Reale, il Centre Pompidou di Parigi, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e Arthemisia Group) Angela Lampe, storica dell’arte nonché curatrice e conservatrice del Centre Pompidou di Parigi, per la Francia e la giornalista e critico d’arte Ada Masoero per l’Italia, due curatrici per una grande retrospettiva monografica che ripercorre le tappe fondamentali dell’opera di Kandinsky attraverso un percorso cronologico di oltre 80 opere, disposte in quattro sezioni in otto sale, corrispondenti ai periodi principali della vita dell’artista dagli esordi in Germania, alla Russia e alla Francia.

L’evoluzione cronologica

Si comincia con la sala delle pitture parietali ricreata nel 1977 da Jean Vidal copiando fedelmente le cinque pannelli a tempera originali eseguiti da Kandinsky per decorare un salone ottagonale della Juryfreie Kunstausstellung (mostra senza giuria svoltasi annualmente a Berlino tra il 1911 e il 1930) ed entrati a far parte della collezione del Pompidou in seguito alla donazione della vedova Nina nel 1976.
Per poi andare a Monaco (1896 – 1914) dove si trasferisce per studiare pittura. All’epoca nella quale la città sta abbandonando la moda simbolista per diventare la capitale europea del Jugendstil, Kandinsky esordisce con piccoli paesaggi tardo-impressionisti e con tempere simboliste dai colori lucenti a soggetto tradizionale, ma comincerà ad elaborare il suo caratteristico stile a partire dal 1908, nei soggiorni estivi a Murnau, avviando il primo processo di astrazione dal reale a partire dal paesaggio.
E’ sempre a Monaco che scriverà il famoso saggio “Dello spirituale nell’arte”, esponendo le basi teoriche delle sue sperimentazioni pittoriche tra forme, colori, astrazioni e suoni, dimostrando quell’attenzione musicale che gli sarà propria e che viene sottolineata dall’assessore alla Cultura Filippo Del Corno:

Il suo cammino di artista giunge attraverso il tempo, i viaggi, la guerre a un’arte capace di vibrare grazie ai colori, alla loro forza, alle loro variazioni e relazioni. Un’articolazione armonica che richiama quella della musica, che Kandinsky conosceva bene e che apprezzava molto, soprattutto quella degli autori a lui contemporanei: i quadri della sua maturità sono infatti un rimando continuo di luce e di suoni, muti ma vivi, interrotti da segni grafici che sembrano pause e note sul pentagramma.

[img src=”https://media.artsblog.it/m/mos/mostre-milano-palazzo-reale-vassily-kandinsky-collezione-del-centre-pompidou-informazioni-orari/vassily-kandinsky-qudro-con-macchia-rossa.jpg” alt=”Vassily Kandinsky Bild mit rotem Fleck (Quadro con macchia rossa) 25 febbraio 1914 Olio su tela, cm 130 x 130 Donazione Nina Kandinsky, 1976 Adam Rzepka ‐ Centre Pompidou, MNAM‐CCI © Centre Pompidou, MNAM‐CCI / Adam Rzepka / Dist. RMN‐GP © Vassily Kandinsky by SIAE 2013″ height=”622″ title=”Vassily Kandinsky Bild mit rotem Fleck (Quadro con macchia rossa) 25 febbraio 1914 Olio su tela, cm 130 x 130 Donazione Nina Kandinsky, 1976 Adam Rzepka ‐ Centre Pompidou, MNAM‐CCI © Centre Pompidou, MNAM‐CCI / Adam Rzepka / Dist. RMN‐GP © Vassily Kandinsky by SIAE 2013″ class=”post centered”]

Verranno poi i tempi del Cavaliere Azzurro con l’amico Franz Marc, le mostre e il celebre Almanacco nel quale valorizza il ruolo delle arti popolari e “primitive” in funzione di un rinnovamento radicale della pittura.
Seguirà il ritorno a Mosca (1914-1921), forzato dallo scoppio della Rivoluzione d’Ottobre e dal coinvolgimento nelle nuove istituzioni culturali. Un periodo di scarsa pittura che consolida la sua scelta definitiva per l’astrazione, osteggiata dall’avanguardia costruttivista più radicale che lo porterà a ritornare in Germania. Tra i protagonisti degli anni del Bauhaus (1921-1933), dove insegnerà Decorazione murale invitato da Walter Gropius, stringerà una solida amicizia con Paul Klee e pubblicherà un altro dei suoi famosi saggi: “Punto e linea sul piano” (1926).
Con la chiusura del Bauhaus imposta dai nazisti nel 1933, emigrerà nuovamente, ma alla volta di una Parigi (1933-1944) devota ai suoi soli artisti (Picasso e i Surrealisti soprattutto). Stabilitosi a Neuilly-sur-Seine, in un edificio affacciato sulla Senna e sul Bois-de-Boulogne porterà le influenze surrealiste nei suoi dipinti e nei lavori su carta, moltiplicando le forme di strani animali in un’atmosfera che ben traduce l’ansia del conflitto del quale non vedrà la fine.

VASSILY KANDINSKY. La collezione del Centre Pompidou
17 dicembre 2013 – 27 aprile 2014
Palazzo Reale, Milano
Lun 14.30 – 19.30 | Mar, Mer, Ven, Dom 9.30 – 19.30 | Gio, Sab 9.30 – 22.30
Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura.

Via | kandinskymilano.it



Bruna Marini Bruna Marini
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