
Bambini, ultracorpi & altre storie è a cura di Flaminio Gualdoni, con la collaborazione della moglie dell’artista, Roberta Cerini Baj e dell’Archivio Enrico Baj. Quadri rari, documenti, manifesti, riviste, fotografie, per restituire il fervore della Milano del dopoguerra e di un artista sui generis, al centro di dinamiche culturali di rilievo internazionale.
Nel dopoguerra Enrico Baj si dimostra un fervido prosecutore dell’impronta libertaria lasciata nel ‘recinto artistico’ dai movimenti dada e surrealista. Vicino al pensiero anarchico, ma allo stesso tempo laureato in Giurisprudenza, Baj esordisce a 27 anni (1951) con i suoi quadri informali in una personale alla Galleria San Fedele di Milano. Partendo dall’Italia e approdando a Bruxellse, dà poi vita insieme a Sergio Dangelo al Movimento Arte Nucleare, con l’intento di abbattere tutti gli -ismi, combattere la cristallizzazione dello stile nella ‘maniera’ e difendere l’unicità e l’irripetibilità del gesto artistico e dell’opera d’arte che ne scaturisce. Di questo periodo la mostra di Milano presenta Bum-Manifesto Nucleare del 1952 e proprio il Manifeste de la peinture nucléaire del 1952.
Nel 1953 è la volta del Mouvement International pour un Bauhaus Imaginistes, che vede Baj a fianco di artisti del calibro di Asger Jorn, Édouard Jaguer, E.L.T. Mesens, Raoul Hausmann e nel 1955 della rivista Il Gesto.
Un percorso in salita contro le retoriche dell’informale che lo conduce, alla fine del decennio, a pubblicare il manifesto Contro lo stile (1958), sempre insieme a Dangelo, con l’appoggio di Yves Klein, Piero Manzoni e gli stessi Arnaldo e Gio’ Pomodoro.
Enrico Baj – Fondazione Pomodoro – Milano