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Auto di lusso, quali sono i 5 modelli più prestigiosi

I modelli più prestigiosi fra le auto di lusso hanno un’indole sportiva, qualche volta di matrice corsaiola. Il loro prezzo faraonico ne fa dei gioielli per pochi eletti.

Le auto di lusso fanno sognare, specie nelle espressioni più esclusive. Abbiamo scelto per voi 5 fra i modelli più prestigiosi, che siamo andati a pescare fra diversi marchi, per fare contenti tutti gli appassionati. Seguiteci nel viaggio alla loro scoperta.

Ferrari LaFerrari

E’ la nuova regina della produzione del “cavallino rampante”. Questa creatura prosegue la tradizione dei gioielli a tiratura limitata della casa di Maranello, che annovera nella raccolta capolavori come Gto, F40, F50 ed Enzo. La splendida ope-ra è un sogno di inebriante maestria dialettica, destinato a pochi eletti, con patrimoni da favola. Ma i soldi non bastano. Per averla bisogna essere anche collezionisti Ferrari.

Nella sua meccanica di alta classe si condensa la migliore tradizione del mito automobilistico italiano. E’ una vettura avveniristica e di frontiera, scultorea e bilanciata. Appartiene alla stirpe delle “rosse” più affascinanti di tutti i tempi. Una superba opera d’arte, con una suggestiva armonia di forme. Somiglia ad una Sport pronta a scendere in pista a Le Mans, ma è omologata per l’uso stradale. Volendo, può essere usata in modo comune, perché non teme neppure il traffico, anche se altri sono gli ambienti preferiti.

La linea della carrozzeria lascia estasiati, immersi nell’incanto delle magiche e sinuose alchimie dia-lettiche, il cui dipanarsi inebria i sensi degli appassionati. Questa sportiva è un’emozione, una con-fluenza di velocità, di tecniche, di stile e di melodie, che si fondono in un’eccitante miscela, la cui composizione effonde le rime di una poesia celestiale.

Il muso, basso e tagliente, trasmette la grinta dei cromosomi, mentre la coda, larga e sinuosa, esprime il romanticismo della sua forza dinamica. Anche il resto del corpo offre i suoi muscoli con grazia divina. E’ un capolavoro assoluto, perfetto e proporzionato negli aggressivi volumi, frutto di un lessico di aulica specie. Affilata come un coltello, sfoggia un magnetismo stilistico al quale non è difficile abbandonarsi. I poderosi parafanghi si legano idealmente alle forme plastiche e prorompenti della mitica 330 P4.

Massima sintesi del know-how acquisito in Formula 1 e nella realizzazione delle vetture stradali, LaFerrari rappresenta il più ambizioso progetto della Casa di Maranello per ridefinire i limiti della tecnologia automobilistica. Il risultato è una vettura dalle prestazioni estreme, che sfrutta le soluzioni tecniche più evolute.

Con lei i sistemi ibridi debuttano nella produzione del “cavallino rampante”: il motore termico V12 da 6.3 litri, con 800 cavalli all’attivo, si combina infatti all’unità elettrica da 120 Kw (163 CV), per una potenza complessiva di 963 cavalli, in un matrimonio che coniuga senza soluzione di continuità i vantaggi delle due propulsioni. L’elevata coppia fornita dal motore elettrico ai bassi giri consente di ottimizzare il motore termico agli alti regimi. Il risultato è una spinta eccezionale e costante, con una coppia di 900 Nm.

Il possente cuore, capace di fornire l’energia per illuminare un piccolo paese, garantisce prestazioni straordinarie, divertimento di guida e un sound inconfondibile. Il transfer tecnologico dalla Formula 1 emerge a tutti i livelli, come nella progettazione e realizzazione del telaio, curate in modo brillante da una squadra di tecnici che si è giovata del contributo di Rory Bryne, noto progettista di monopo-sto vincenti della scuderia di Maranello.

L’impiego dei materiali compositi è stato gestito in modo encomiabile, usando le combinazioni più raffinate, con un duplice risultato: garantire la massima leggerezza insieme alla più grande robustezza. Sublime l’efficienza dinamica, anche grazie all’aerodinamica attiva, che concilia nel modo migliore due fattori contrapposti, come la scorrevolezza e la deportanza. Miracoli che solo agli uomini della Ferrari potevano riuscire!

Grazie alle logiche che sovrintendono tutti i sistemi, la vettura esprime il limite più elevato attraverso la relazione sinergica delle variabili, gestite in modo superbo dalla complessa elettronica. Tutto questo si traduce in un ritmo operativo di riferimento, che non ha eguali. Per averne un’idea, basta dire che sul circuito di Fiorano il tempo sul giro è stato ridotto di oltre cinque secondi rispetto alla Enzo. Aggiungo a questo che il passaggio da 0 a 300 km/h viene coperto in soli 15 secondi: appena peggio di una F1 e allo stesso livello (e forse meglio) di una LMP1. Cosa dire di più?

Porsche 918 Spyder

Auto di lusso esclusive

Quest’auto sportiva, in tiratura li-mitata, ha un cambio a doppia frizione PDK, che consente passaggi di marcia fulminei.

Nella cabina di comando la gestione delle diverse funzioni avviene mediante uno schermo touch-screen, come nei telefonini di ultima generazione. Ricordiamo che la 918 Spyder monta un potente V8 affiancato da tre unità elettriche, per una dotazione energetica di altissimo livello: 887 cavalli. Pur con tanta carica in corpo, in condizioni ideali libera appena 70 g/km di CO2.

I bassi livelli di emissione si coniugano alla sportività e al carattere delle opere di Zuffenhausen. La vettura è una scheggia in accelerazione, con passaggio da 0 a 100 Km/h in appena 2″8. Quattro le modalità operative: E-Drive, Hybrid, Sport Hybrid e Race Hybrid. La più ecologica è la prima. I consumi si attestano fra i 3,0 e i 3,3 l/100 km.

Secondo gli uomini della Porsche, la 918 Spyder assume un ruolo paragonabile a quello della 911, che debuttò all’IAA mezzo secolo fa. Questo anniversario è stato celebrato dalla casa tedesca con la presentazione del modello speciale in edizione limitata “50 Anni 911”. La vettura si basa sull’attuale 911 Carrera S, che unisce gli elementi tradizionali della 911 alla tecnica più avanzata.

McLaren P1

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E’ un oggetto di collezionismo dell’era moderna. Le sue prestazioni sono di stampo corsaiolo: accelerazione da 0 a 100 km/h in 2”8, da 0 a 200 km/h in 6”8, da 0 a 300 km/h in 16”5 (5.5 secondi in meno dell’iconica F1, che l’ha preceduta idealmente in listino).

E’ limitata elettronicamente a 350 km/h la velocità massima, mente la frenata da 100 km/h a zero richiede soli 30.2 metri, un valore che la dice lunga sulla sua capacità di decelerazione. Con questi dati si conferma il profilo dinamico, particolarmente energico, della creatura britannica, spinta da un motore ibrido, con unità termina V8 biturbo da 3.8 litri abbinata a un propulsore elettrico, capace di sviluppare la strepitosa potenza di 916 cavalli. Nel ciclo combinato le sue emissioni di CO2 sono di 194 g/km.

Questa vettura segna il nuovo limite di riferimento nella produzione stradale della casa di Woking. La sua linea sinuosa ed estrema è votata al culto dell’aerodinamica, che gioca un ruolo fondamentale quando si vogliono raggiungere le vette prestazionali.

Il peso è maggiore rispetto alla vecchia F1, ma le prestazioni sono di livello ancora più alto, anche in termini di handling. Solo in circuito si possono raggiungere i suoi limiti, con il supporto di un’aderenza adeguata al rango del prodotto, che vanta freni di ottima efficacia, per contrastare le velocità stellari che si raggiungono in pochi secondi.

Rolls Royce Wraith

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Questa creatura offre un carattere unico che esprime potere, stile, teatralità e un pizzico di noir, pur rimanendo fedele alle caratteristiche distintive della casa inglese, che gli attribuiscono lusso, raffi-natezza e artigianalità.

In tempi recenti la Wraith si è infatti imposta nella Goodwood Hillclimb, durante la Supercar Run del Goodwood Festival of Speed 2013, coprendo il percorso di 1.16 miglia in meno di 60 secondi, con Justin Law al volante.

Si tratta della più potente vettura partorita nei 109 anni di vita della casa dello “spirito d’estasi” ed incarna le note della tradizione e di uno dei suoi fondatori, Charles Stewart Royce, pioniere dell’aviazione e grande avventuriero.

Le premesse del suo dinamismo ci sono tutte nelle linee fastback, che riecheggiano l’immagine di un atleta di classe mondiale pronto ai blocchi di partenza. Muscolosa e sportiva, la Wraith mantiene nelle cifre quello che anticipa l’estetica.

Il suo motore V18, combinato a un cambio automatico a otto marce, eroga una potenza massima di 624 cavalli, garantendo un passaggio da 0 a 60 miglia in 4.4 secondi. Molto alte, in ogni circostanza, le scariche di coppia fornite al conducente, che può effettuare senza fatica i sorpassi, a prescindere dalla velocità di partenza.

Notevole la sua agilità, rispetto alle masse e ai volumi. Questa non incide negativamente sull’estremo comfort di ogni Rolls Royce, che regala la sensazione di muoversi su un tappeto d’aria. In tal senso aiuta la qualità della costruzione, ma anche la tecnologia svolge al meglio la sua parte.

Bugatti Veyron

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Il debutto della vettura fu spostato a più riprese, per le complicazioni di un progetto estremamente ambizioso. Quando Ferdinand Piech, boss del gruppo Volkswagen, espresse il desiderio di creare un’auto da 400 km/h, in pochi gli diedero credito. Alcuni maligni sussurrarono che un’avventura del genere avrebbe avuto implicazioni negative sul bilancio della holding.

In effetti il lavoro si rivelò più duro del previsto e i tecnici faticarono molto per mettere a punto un modello che si proiettava in una nuova dimensione, mai esplorata prima. I cambiamenti in corso d’opera e i numerosi rinvii rischiarono di pesare come un macigno sull’immagine del costruttore. All’origine della tormentata trafila i problemi di messa a punto del nuovo strumento di guerra. I col-laudi sembravano non finire mai e le presentazioni alla stampa venivano spesso rinviate.

Le ripercussioni di un flop avrebbero avuto proporzioni bibliche, ma la difficoltà emerse erano già bastate a scatenare l’ironia di tanti. Solo un risultato straordinario poteva cancellare le infelici pre-messe. Piech lo sapeva e non si tirò indietro, anzi spinse i suoi a fare gli straordinari. Alla fine il prodigio giunse a compimento e la Veyron venne svelata al pubblico, stordito dalle sue innovazioni. Le prime prove della stampa vennero effettuate in Sicilia nel 2005, sul circuito della Targa Florio, per annunciare a tutti che gli autori erano sicuri del fatto loro.

Il percorso madonita, infatti, non è tenero con i prodotti mediocri e mette in luce qualsiasi lacuna, anche la più piccola. Una prova del fuoco superata egregiamente dai progettisti, che ottennero il consenso sperato. Il miracolo aveva preso forma. Oggi nessuno osa mettere in dubbio la qualità del risultato, che esprime dei numeri eccezionali, non solo per la velocità massima superiore ai 400 km/h. Basta scorrere la scheda tecnica per avere soddisfazione su molti fronti.

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Bruna Marini Bruna Marini
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