Louise era una ragazza belga di 16 anni, presa di mira dai suoi compagni. La giovane, purtroppo, in seguito proprio agli insulti dei suoi coetanei, ha deciso di togliersi la vita. Ecco che il padre, insieme alla polizia belga e all’operatore telefonico Voo, ha voluto fare qualcosa di concreto per contrastare il fenomeno del cyber bullismo e non dover più raccontare storie tristi come quella di Louise, che si è tolta la vita nel settembre del 2014 dopo aver ricevuto centinaia di messaggi cattivi, meschini, crudeli.

Per ricordare Louise e per fare in modo che nessuno soffra più come lei e come la sua famiglia, è stato realizzato un webdocumentario sulla sua vicenda. Accedendo al sito si possono leggere tutti quei messaggi pieni di crudeltà e di cattiveria che la giovane ha dovuto subire, prima di decidere di compiere il gesto estremo di togliersi la vita, come ricorda anche Selvaggia Lucarelli in un suo post su Facebook.

Secondo le statistiche della polizia belga, i casi come quello di Louise sono purtroppo in aumento: a oggi un adolescente su 10 ha subito violenza verbale in chat e social network. Molto spesso i ragazzi non raccontano nulla ai genitori, perché si vergognano, e affrontano tutto questo dolore da soli.

Il progetto permette di capire quanto sia odioso il fenomeno del cyber bullismo e solo educando i ragazzi ai potenziali pericoli di certi comportamenti e i genitori a controllare il comportamento online dei figli che si può fare qualcosa. Per non dover più raccontare di ragazzi che si suicidano perchè insultati.

Riproduzione riservata © 2024 - PB

ultimo aggiornamento: 16-09-2016