Vi siete mai fatte leggere i tarocchi per dare un’occhiata al vostro (possibile) futuro? Forse sì, magari affidandovi all’interpretazione di qualche amica appassionata di esoterismo, oppure, per pochi euro, al banchetto dei “soliti” maghi improvvisati. Chi più chi meno, tutte siamo in qualche modo affascinate da questa antichissima, misteriosa tecnica di divinazione attraverso le carte, la cui origine si perde nella notte dei tempi.

A stimolare la nostra curiosità non è solo la possibilità, che un semplice mazzo di carte ci offre, di ottenere risposte su fatti o persone che influenzano la nostra vita, o l’antica smania dell’uomo di intuire le coordinate del futuro come fosse una mappa già tracciata, ma anche la bellezza estetica dei tarocchi e della “cerimonia” dell’interpretazione, denso di simbologia e di ritualità. Quando nacquero i tarocchi?

La questione è assai controversa, secondo alcuni studiosi di esoterismo, la loro origine si deve addirittura agli antichi egizi, secondo altri è piuttosto legata all’alchimia e ai suoi misteriosi simboli, e quindi diremmo che i primo tarocchi apparvero in epoca medievale (è l’ipotesi più probabile). In ogni modo, i tarocchi classici sono 78, suddivisi in 22 Lame o Arcani Maggiori (le “figure” più note, come il Bagatto, la Morte, il Sole, il Carro eccetera che rappresentano degli Archetipi) e in 56 Lame o Arcani Minori che usano i simboli delle carte napoletane, ovvero le coppe, le spade, i bastoni, gli ori oppure i semi delle carte francesi (cuori, picche, denari e fiori).

A proposito di carte napoletane, esiste una particolare modalità di lettura dei tarocchi che dobbiamo esclusivamente alla tradizione divinatoria partenopea, che ha delle differenze significative rispetto all’interpretazione tradizionale. Innanzi tutto, i tarocchi napoletani sono molti di meno, il mazzo, infatti, è costituito da 40 carte selezionate tra gli Arcani Minori, con alcune differenze. Infatti i numeri otto, nove e dieci dei vari simboli vengono sostituti dalla Donna, dal Re e dal Cavaliere, le figure di “corte”. Il metodo napoletano rispetto a quello classico è più immediato e consente di trovare risposte precise a quesiti molto specifici. Quali sono i significati dei simboli per l’interpretazione? Eccoli:

  • Coppe: esse rappresentano le emozioni del consultante, l’amore e i sentimenti, tutto ciò che è dolce e delicato e associato all’acqua e al femminile
  • Bastoni: rappresentano la forza della vita e il lavoro, gli scambi commerciali e professionali e gli studi. Corrispondono al principio maschile e sono collegati con l’elemento fuoco
  • Denari: rappresentano i soldi, il guadagno, il lusso e i beni materiali in generale, il raggiungimento del benessere e sono collegati all’elemento aria ma anche alla terra
  • Spade: sono i dolori, le prove della vita, le perdite, le battaglie, le privazioni. Sono associate agli elementi aria e fuoco
  • Cavaliere: rappresenta un uomo giovane e pieno di energia, che porta novità
  • Re: è la persona saggia e autorevole, che può anche rappresentare il consultante
  • Regina: è qualunque figura femminile, e rappresenta la consultante se è donna

Come leggere le carte napoletane? I metodi di divinazione sono diversi a seconda delle esigenze del richiedente. Ad esempio con il rapido metodo delle “tre carte”, si può ottenere una risposta puntuale ad una domanda precisa, con uno sguardo alla sua evoluzione futura. Con l’antichissimo metodo del “ventaglio della zingara”, invece, le carte, disposte su tre file a formare un ventaglio, permettono un consulto più approfondito sulla vita del consultante. Infatti la prima riga rappresenta il passato, la seconda il presente, e infine la terza il futuro relativamente alla questione posta in esame (ad esempio: la situazione amorosa). Anche on-line potete trovare molti siti che offrono consulti gratuiti con i tarocchi napoletani, non vi resta che tentare!

Foto| di zigwamp per flickr

Riproduzione riservata © 2024 - PB

ultimo aggiornamento: 13-05-2013