Non ci sta la ministra per le Pari Opportunità Josefa Idem ad essere il bersaglio di “un gioco al massacro” a suo dire del tutto immeritato e immotivato, seguito allo scoop sull’Ici non pagata del Il Fatto Quotidiano.

Non ci sta la campionessa olimpica, la sportiva integerrima e la ministra politicaly correct, ad essere tacciata di vil furto ai danni dello Stato, ad essere accusata di essere un’imbrogliona. Si difende e contrattacca, promettendo di spiegare tutto, carte alla mano, al Presidente del Consiglio Enrico Letta che si è dimostrato fino ad ora abbastanza freddo sulla vicenda.

Dopo la conferenza stampa indetta proprio per spiegare la sua posizione (e perché non si dimette) , la ministra usa un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera per prendere le distanze dal polverone suscitato dalla ormai nota Ici sulla sua casa-palestra non pagata (ma poi saldata) per ribattere alle accuse punto per punto. Leggiamone qualche stralcio.

Cosa dice della valanga di polemiche?
Sono pretestuose. Ed esigo che mi si creda, perché le carte spiegano tutto. Non sono furbetta. Ho sbagliato, ma ho chiesto scusa. E sto mettendomi in regola

La Procura di Ravenna sta indagando su di lei
«Apprendo dalla stampa che i magistrati stanno indagando su di me. Mi diranno cosa mi imputano. Mi viene da pensare che potrebbe esserci anche un’indagine sui miei dati e i miei documenti riservati e personali che sono usciti dagli uffici del Comune e sono finiti su un quotidiano. Mi stanno sparando addosso con speculazioni, ipotesi. Nessun fatto concreto. In Germania di questa mia storia non è stata scritta una riga sui giornali. Eppure c’erano anche giornalisti tedeschi alla conferenza stampa a Palazzo Chigi».

Veramente è venuto fuori che nella palestra di casa sua venivano tenuti dei corsi di ginnastica a pagamento
«Ma non era un’attività commerciale a fini di lucro. Era un’attività sociale. Si faceva ginnastica e c’era molta vita sociale. E poi abbiamo capito di cosa stiamo parlando?»

Di cosa stiamo parlando?
«Di una palestra di circa 120 metri quadrati. La Siae ha controllato per tre anni l’associazione di mio marito ed è tutto risultato a posto. E questo per me vuol dire che la sua attività era regolare.

Come si comporterà con il presidente del Consiglio?
«Gli porterò le carte, gli spiegherò bene come sono andate le cose e sono fiduciosa che capirà tutte le dinamiche. Lascerò decidere a lui»

La giornalista Alessandra Arachi insiste sullo stato d’animo della Idem, a seguito delle pesanti accuse che le sono piovute addosso, e la ministra risponde in modo deciso:

Cosa pensa di fare quindi?
«Fosse per me, tutti lo sanno che non ho bisogno di una poltrona. Fosse per la persona Josefa Idem, non avrei più voglia di sopportare il linciaggio. Me lo sono chiesta, me lo sto chiedendo: ma perché devo sopportare tutto questo? Ingiurie, insulti, falsità? Ma poi…»

Poi che succede?
«Poi succede che intorno a me ci sono tante persone che mi hanno detto: non mollare. È tutta una montatura. Lo stanno facendo apposta. E io reggo. Perché quando avranno finito di dire le cattiverie non avranno più niente da dire e allora si tornerà a ragionare. Vado avanti, anche per questo»

Insomma, non abbiamo che da attendere il colloquio chiarificatore con Enrico Letta, se la Idem riuscirà a convincerlo della sua buona fede, allora avremo ancora la bionda campionessa di canoa come ministra…

Fonte| Il Corriere della Sera

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ultimo aggiornamento: 24-06-2013