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La vicenda accaduta venerdì 21 novembre al Museo Civico di Castelvecchio di Verona è l’epilogo di un disastro “annunciato”, perchè non riguarda solo la città scaligera. Ricordiamo ciò che è accaduto: poco prima della chiusura del museo tre ladri incappucciati hanno minacciato l’agente di vigilanza in servizio, per mettere a segno un colpo a “regola d’arte”. Obiettivo la collezione del museo, il trecentesco castello dei Della Scala che vanta circa 200 opere tra i più importanti capolavori dell’arte rinascimentale, del ‘500 e del 700. 80 minuti per depredare uno dei simboli della cultura di 17 dipinti presi tra gli artisti esponenti della scuola pittorica veronese, veneziana e veneta e delle scuole pittoriche straniere. C’è quindi da chiedersi, vista la facilità dell’azione, quanto siano sicuri i nostri musei e le opere d’arte al loro interno.

Lo storico dell’arte Tomaso Montanari fa luce su una problematica del nostro patrimonio culturale che ha da sempre afflitto questo settore: i pochi investimenti e i tagli finanziari da parte delle istituzioni. Il risultato è la scarsa sicurezza dei luoghi scrigno di veri e propri tesori senza prezzo. E afferma:

Castelvecchio ha un’ottima direttrice, Paola Marini, la cui prossima promozione alla guida dell’Accademia di Venezia è stata una delle poche buone notizie del reality franceschiniano di questa estate, Chi vuol esser direttore. Ma è un museo comunale che è stato massacrato dai tagli al bilancio, e che ora era difeso da una sola guardia giurata (col furgone del quale i ladri sono scappati)!

Tosi, il sindaco di Verona, spiega il perchè della facilità con cui i ladri hanno agito, chiarendo che si trattava del momento prima della chiusura quando gli allarmi non erano stati attivati.

Nel caso delle opere, di prezzo e valore economico però si parla, perchè i 5 Tintoretto ( Sansone, Giudizio di Salomone, Madonna allattante, Trasporto dell’arca dell’alleanza, Banchetto di Baltassar), Rubens (Dama delle licnidi) Pisanello (Madonna della quaglia), Mantegna (Sacra famiglia con una santa), Hans de Jode (Porto di mare), Giovanni Francesco Caroto (Porto di mare), Giovanni Benini (Ritratto di Girolamo Pompei), capolavori e opere meno note, hanno il valore stimato di 10-15 milioni di euro, che finiranno probabilmente nel giro di un mercato illecito, si ipotizza destinato all’Europa dell’Est.

Inestimabile invece il valore culturale che, al di là di questo specifico caso, dovrebbe essere difeso da forte senso di responsabilità da parte delle istituzioni. Non solo, è importante promuovere la cultura della sicurezza tra gli operatori del sistema museale, gli organi competenti per la salvaguardia tecnica delle opere e tra i cittadini. Per questo gli investimenti dovrebbero essere capillari e riguardare tutto lo “staff della cultura”, un gruppo eterogeneo e ancora un pò confuso. Conclude il prof. Tomaso Montanari:

Non si può nemmeno pensare che non rivediamo più quelle opere: che sono come persone, interlocutori del nostro colloquio spirituale, da secoli vivi cittadini di Verona e del mondo.

E noi ci uniamo al suo pensiero!

Foto| Getty Image, tutti i diritti riservati e museodicastelvecchio.comune.verona

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ultimo aggiornamento: 22-11-2015