L’industria del giocattolo esclude i bambini con disabilità. Tralasciando la Barbie, che è un modello di perfezione inarrivabile per qualsiasi essere umano, la maggior parte delle bambole e degli altri giocattoli non sanno proprio cosa sia la disabilità fisica.
Un problema per quei milioni di bambini che invece sono portatori di handicap o di disabilità in genere, che si ritrovano a giocare con giocattoli che con loro non hanno proprio nulla a che fare: non una sedia a rotelle, un apparecchio acustico, un bastone per ciechi.
Bambole e bambolotti normodotati distanti migliaia di miglia dal mondo reale, quel mondo fatto anche di persone con problemi. E se il gioco deve essere il momento di confronto e condivisione, dove apprendere alcune situazioni della vita reale e di comunità, in questo caso si parte già svantaggiati.
Il valore dell’industria del giocattolo globale è di circa 3 miliardi di euro, ma è tutto edulcorato e surreale. L’unica è Playmobil che tempo fa produsse un omino con una gamba rotta e un altro, anziano, su una sedia a rotelle. Un passo in avanti? Insomma, visto che il messaggio che arriva al bambino è che solo gli anziani hanno bisogno di rotelle e che il massimo della disabilità è una gamba ingessata.
Nel mondo dei giocattoli, così come in quello dei fumetti, dell’animazione, la disabilità è esclusa, cancellata, non considerata. Per questo è nata la campagna social #ToyLikeMe, lanciata su Twitter e Facebook per abbattere gli stereotipi che si trovano anche nel mondo dei giocattoli e per dare un’immagine veritiera di quello che è il mondo.
Dalla campagna, molto seguita, sono nate anche delle bambole: una ha una voglia sul viso, un’altra una cicatrice, un’altra ancora ha un bastone per camminare e un apparecchio acustico. Sono state create dall’azienda inglese Makies e realizzate grazie a stampanti 3D. Queste bambole possono essere personalizzate con peculiarità e caratteristiche su richiesta al prezzo di 69 sterline.
Inclusione, riconoscimento sociale ma soprattutto auto-conoscimento e auto-consapevolezza, questo vuole essere lo scopo di queste bambole. Mica un gioco da ragazzi.
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