Omega è partner, per i prossimi 5 anni, della nuova sezione interamente dedicata allo spazio e all’astronomia, del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano. In occasione dell’inaugurazione durante la mattinata Eugene Cernan, “The Last Man on the Moon” e brand ambassador di Omega, è arrivato presso la nuova boutique di Via Montenapoleone 9 a bordo del Lunar Rover, storico veicolo utilizzato sulla Luna nelle ultime tre missioni del programma Apollo, suscitando curiosità e interesse tra i passanti. Deluxeblog lo ha intervistato.

Se non fossi stato un astronauta, cosa ti sarebbe piaciuto essere?

Sono un astronauta da “ragazzo”, sono cresciuto durante la seconda guerra mondiale, da giovane, avevo 8/10 anni durante la seconda guerra mondiale e avevo un sogno, guardavo, non c’era la televisione, ma vedevano le notizie nei cinema, e ho guardato gli uomini far volare gli aeroplani dalle portaerei sul pacifico, questi erano quelli che io chiamo gli “eroi ignoti” del loro tempo e che divennero icone dell’aviazione nel mondo. E come giovane, come tutti i giovani, ho costruito modellini di aeroplani, e io mi sono detto, questo è quello che voglio fare, il mio sogno era di volare sugli aeroplani dalle portaerei.

Sono cresciuto a Chicago, i miei genitori non erano ricchi dal punto di vista finanziario, e non avevano avuto abbastanza denaro per andare al college, i miei nonni sia materni che paterni immigrarono all’inizio del secolo nell’area di Chicago. Quindi avevo dei nonni immigrati, avevo quella che negli stati uniti chiamiamo una famiglia dal colletto blu (blue collar). Il mio sogno era quello di volare ed era il sogno impossibile di un ragazzino. Ma anche mio padre aveva un sogno, quello di darmi un’educazione e gli insegnamenti che lui non aveva potuto avere. Così lavorarono entrambi, e sia io che mia sorella andammo al college e quando mi laureai all’università nel 1956 il sogno di mio padre ed il mio sogno divennero uno solo. Avevo una laurea in ingegneria, una laurea tecnica, da una grande università e ora potevo andare scuola d’addestramento di volo della marina a Pensacola. E quello era il mio sogno. E’ quello che mi ha portato al programma spaziale. A quel tempo non c’era ancora nessun programma spaziale, tutto quello che volevo fare era volare per la marina dalle portaerei, non sapevo cosa avrei fatto dopo cinque anni o 10, non lo sapevo.

Come giovane ho sempre guardato avanti e lo dico anche ai giovani di oggi e ora, non guardate 20 anni nel futuro o vi perderete, guardate 5 anni nel futuro, guardate a qualcosa che potete far accadere, qualcosa che è sotto il vostro controllo, e se in quei cinque anni farete del vostro meglio, come diceva mio padre, voi non sarete migliori di tutti in tutto, ma se farete del vostro meglio, e un giorno vi sorprenderete, e scoprirete di avercela fatta.

Volevo essere il miglior aviatore della marina possibile e un giorno ho ricevuto una chiamata. Non mi sono offerto volontario per il programma spaziale, ero troppo giovane e non avevo ancora tutti i requisiti, ma ricevetti una chiamata in cui mi dissero che la marina era interessata a raccomandarmi per il programma spaziale, per cui mi offrii volontario. Quindi il mio sogno di volare sugli aeroplani mi ha portato al programma spaziale, perché quando mi diplomai nel 1956, non c’era ancora nessun programma spaziale, e se avessi pensato che 10 anni dopo, lo stesso giorno del mio diploma, avrei camminato nello spazio intorno al mondo, se lo avessi detto a qualcuno, dieci anni prima di quel giorno, mi avrebbero mandato in manicomio, voglio dire non era possibile, ma è successo.

Io dico ai giovani che niente è impossibile, se io posso camminare sulla luna prima che vostro padre e vostra madre siano nati, cosa non puoi fare? Stanno realizzando un documentario sulla mia vita, sul mio libro e non è su di me nello specifico ma sulla storia, la storia di un giovane ragazzino cresciuto durante la seconda guerra mondiale con un sogno e con il fato che ha giocato una grande ruolo nella sua vita. Ero nel posto giusto al momento giusto ed è successo. Quindi il documentario è incentrato sui giovani e sul sogno americano di essere in grado di fare ciò che si vuole. Ho sempre detto che “i sognatori di oggi sono le porte del domani”, loro renderanno l’impossibile possibile, perché è successo nella mia vita, l’impossibile è diventato possibile. E un giorno quel sogno di quando ero bambino durante la seconda guerra mondiale mi ha permesso di raggiungere la luna, ho vissuto sulla luna per tre giorni, è da pazzi? Si lo è, ma è successo.

Come affronti la vita qui sulla terra dopo un’esperienza del genere?

Le persone me lo chiedono spesso, qual’è la prossima montagna da scalare? Dove andrai? E ammetto che è difficile, dopo che ti sei calmato dall’esperienza, e ci voglio dai tre ai quattro anni prima che accada, ho scritto il mio libro e l’ho fatto 25 anni dopo essere tornato perché qualcuno mi convinse che avrei dovuto condividere i miei sentimenti ed i miei pensieri su quell’esperienza. Alla fine ho realizzato che avevo dei nipoti, che c’erano altre sfide nella vita e sono arrivato alla conclusione, mi ci è voluto molto tempo, ma mi sono chiesto qual’è la cosa più importante nella vita di un essere umano? Non è andare sulla luna, no è raccontare grandi storie, ma la famiglia, gli amici e prendersi il proprio tempo, mentre si è qui, su questo pianeta tutto da vivere con le persone a cui vuoi bene e trovare il tempo per divertirsi.

Mi sono trovato ad aver capito ora, dopo tanti anni, di aver tradito la mia famiglia, perchè io ero via. Mia figlia piccola aveva 3, 6 e 9 anni nei miei tre viaggi nello spazio, ora ha 50 anni, ed ho una nipotina che ne ha 22. Ho tradito la mia famiglia, particolarmente mia figlia, perché tutti quei giorni in cui stava crescendo io stavo facendo qualcos’altro, ero concentrato in quello che facevo e ne ho pagato il prezzo, ma ormai quel che è fatto è fatto.

Quali erano le tue sensazioni sulla luna?

Qualcuno mi ha chiesto se mi sentivo solo sulla luna, ma no, non ero solo perché avevo 4 miliardi di persone che mi guardavano. E per rispondere alla domanda su come mi sentivo, sono cresciuto come cristiano e cattolico, ho sempre creduto in Dio, ma fin quando non vai sulla luna e ti guardi indietro, alla meravigliosa bellezza del mondo con i diversi blu degli oceani e i bianchi delle nuvole, non capisci che la terra non è frutto del caso e che è troppo bella per essere un incidente, devi credere che c’è un potere più alto, devi credere che c’è un Dio, il vostro dio può avere nomi diversi rispetto a come chiamo il mio Dio, potreste rivolgervi a lui in modo diverso, potrebbe essere una lei invece di un lui, io non lo so. Tutto ciò che so è che c’è un creatore nell’universo che sta al di sopra di tutte le religioni. E la ragione per cui so questo è che ci sono stato, mi sono seduto sulla veranda di Dio, guardando indietro ad un piccolo pezzo della sua creazione. Sono stato lì, l’ho visto, ho visto l’oscurità che mi circondava, un paradosso, in piedi alla luce del sole guardando in quella oscurità, nell’infinito tempo e nell’infinito spazio. Esiste perché l’ho visto con i miei stessi occhi. L’ho visto, sono stato lì, mi sono seduto sulla veranda di Dio. E ne sono fortemente convinto.

Perchè due orologi?

Questo particolare orologio è venuto con me sulla Luna, e ancora funziona 42 anni dopo. Un orologio è stato quello del tempo sulla Luna, delle operazioni che compivamo nello spazio e l’altro è quello con il tempo della Terra, quello che mi ricordava che mia figlia alle 7.00 faceva colazione, stava prendendo lo scuolabus. Questo orologio era la mia coperta di sicurezza, conoscete Snoopy e Charlie Brown? Linus e la sua coperta? Ecco l’orologio è la mia coperta, posso vedere il mio vero mondo.

Omega Eugene Cernan: l'intervista a "The Last Man on the Moon"



Omega Eugene Cernan: l’intervista a “The Last Man on the Moon”

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La storia di Omega con l’esplorazione dello spazio iniziò nel 1962 quando un gruppo di astronauti decide di acquistare privatamente un modello Omega che diventerà negli anni un vero e proprio cult. Il 21 Luglio 1969 due astronauti della NASA per la prima volta nella storia dell’uomo misero piede sul suolo lunare. Al polso indossavano l’Omega Speedmaster.

L’impresa viene da sempre considerata uno dei traguardi tecnologici più straordinari mai raggiunti dall’uomo e Omega può vantarsi di aver partecipato a quello storico momento. La NASA dopo aver effettuato “le più dure prove che un orologio possa mai subire” nel 1965 dichiarò lo Speedmaster: FLIGHT QUALIFIED BY NASA FOR ALL MANNED SPACE MISSION.

All’interno dell’area è esposto l’unico frammento di roccia lunare presente in Italia. Il campione fu raccolto nel 1972 da Eugene Cernan, comandante della Missione Apollo 17 e brand ambassador di OMEGA che è stato l’ospite d’onore dell’evento inaugurale. La sua presenza ha un valore simbolico importante in quanto fu proprio lui a raccogliere il sasso lunare donato poi dal Presidente Richard Nixon al Governo Italiano come segno di fratellanza tra i due Paesi.

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ultimo aggiornamento: 06-11-2014