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La mostra ci guida in un’indagine su un artista dalla forte fede comunista, che però non è stata sufficiente a dargli delle risposte

Così afferma durante l’inaugurazione il presidente e fondatore dell’Archivio Guttuso Fabio Caparezza Guttuso, figlio dell’artista siciliano. Perchè nella mostra dal titolo Guttuso. Inquietudine di un realismo, fino al 9 ottobre nelle Galleria di Alessandro VII del Palazzo del Quirinale racconta un lato più inedito di Renato Guttuso, diviso tra fede politica e fede religiosa.

La mostra realizzata con il sostegno del Ministero dei Beni culturali, dei Musei Vaticani e del Museo Guttuso di Bagheria raccoglie le opere più significative della carriera di Guttuso, ma l’attenzione si concentra intorno all’opera che nel 1941, quando fu presentata al Premio Bergamo, generò molte critiche: la Crocifissione (2mx2m), conservata oggi alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna. L’opera in uno stile che si rifà al cubismo di Picasso nell Guernica, denuncia le guerre di quel periodo, ma la scelta di trattare un tema religioso in modo libero ed espressivo, rafforza l’idea di un pittore senza inibizioni nè culturali nè ideologiche.

Il rifiuto verso la corrente Novecento e l’accostamento ai modelli europei e al realismo sarà una costante in tutta la produzione artistica di Renato Guttuso, che anche nei paesaggi della sua terra, tra i volti della sua gente e delle donne, tra i simboli del potere e della politica, riversa il bisogno di raccontare la realtà attraverso il sacro. Inquietudine religiosa o visione allargata di una fede personale legata ad un primitivo bisogno di risposte senza retorica?

Per visitare la mostra è necessaria la prenotazione. Orari e giorni di visita: martedì – mercoledì – venerdì – sabato – domenica dalle ore 10.00 alle 16.00. Ingresso libero.

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ultimo aggiornamento: 12-09-2016