La pasta con i datteri di mare non si deve mangiare, la pesca dei datteri di mare è vietata per legge, dal 25 agosto 1988 è considerata un reato. Ma perché? L’uomo è l’essere vivente più presuntuoso che esista sulla terra, è convinto che tutto sia stato creato per il suo benessere e che tutto sia dovuto, il genere umano sta cambiando il mondo, l’ecosistema, i campi, la natura e gli animali, crede di aumentare la produttività ed il benessere ma in realtà sta solo alterando un equilibrio che c’è sempre stato e che ci seppellirà tutti. La natura non serve a riscaldarci e a farci abbronzare, è una forza superiore che andrebbe rispettata, come facevano gli antichi, che magari non avevano gli smartphone ed il pc ma erano sicuramente più consapevoli nel loro posto sulla terra.

I datteri di mare sono dei molluschi bivalve che crescono dentro le rocce calcaree o dentro le conchiglie più grandi, queste superfici vengono corrose tramite secrezioni acide che il mollusco secerne da apposite ghiandole. La crescita è lentissima, occorrono dai 15 ai 35 anni per raggiungere i 5 centimetri.

Per pescare questi molluschi la tecnica è “distruttiva”, con picconi o altri strumenti più invasivi come i martelli pneumatici, si spaccano le rocce e vengono estratti i molluschi. La pesca è vietata in tutti i paesi dell’Unione Europea ai sensi dell’art.8 del Regolamento (CE) 1967/2006.

Dato che rispettare la natura è impensabile per molte persone, la pesca illegale è abbastanza diffusa, non è raro trovare i datteri di mare al mercato del pesce, o addirittura la pasta con i datteri di mare o altre prelibatezze nel menù dei ristoranti, se vi dovesse capitare di vederli non solo evitate di acquistarli, ma fate anche una segnalazione alla Guardia di Finanza o a chi di dovere.

La pesca dei datteri di mare danneggia i fondali rocciosi e distrugge la biocenosi. E’ un nostro preciso dovere difendere la natura.

Foto | da Flickr di gianmichelecossu e da Google CC

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ultimo aggiornamento: 10-07-2013