Ricordate il caso delle gemelline svizzere scomparse dopo il suicidio del padre? Delle piccole Alessia e Livia Schepp si erano perse le tracce dal 30 gennaio 2011, sembravano svanite nel nulla. Ora, forse, una svolta in questo terribile caso di cronaca che fece molto parlare di sé.

Secondo quanto riportato dal quotidiano L’Unione sarda, infatti, le bimbe sarebbero, o sarebbero state per qualche tempo, tenute in un campo rom in Sardegna, probabilmente tra le campagne di Cagliari e Oristano.

Del come e con chi Alessia e Livia siano giunte nel campo non si sa nulla, e del resto dal primo blitz effettuato dai carabinieri mercoledì 25 settembre, non è emerso nulla, e non sono state trovate tracce delle gemelle. Questo non significa, però, che la pista non sia attendibile, infatti le piccole potrebbero essere state trasferite altrove. L’avvistamento al campo rom, infatti, risale al mese di giugno, secondo quanto raccontato in via confidenziale da un cliente anonimo al suo avvocato di Cagliari.

L’uomo si trovava in carcere, e proprio durante la detenzione gli erano giunte voci, evidentemente da altri detenuti, sulla presenza “sicura” di Alessia e Livia Schepp in Sardegna, nel campo rom. E’ stato poi l’avvocato dell’uomo, nello scorso mese di agosto, a recarsi dai magistrati della Procura di Cagliari per riferire le confidenze del suo assistito. Come ricorderete, le due piccole erano giunte in Italia a seguito del padre, Matthias Schepp, un cittadino svizzero che le aveva rapite non avendo mai accettato la separazione dalla moglie italiana, Irina Lucidi.

L’uomo aveva abbandonato le sue figlie (lasciando però un biglietto in cui affermava di averle uccise) per poi trovare la morte per sua stessa mano in Puglia, dove era giunto in treno, solo. Diversa la destinazione delle gemelline, viste per l’ultima volta con il padre su un traghetto per la Corsica. Evidentemente le bimbe vennero prese in consegna da qualcuno (chi?) che forse dall’isola francese le portò con sé in Sardegna, distante poche miglia dalla Corsica. La speranza è che chi sa parli, e finalmente queste sfortunate bambine possano ricongiungersi alla madre.

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ultimo aggiornamento: 26-09-2013