Le donne nel mondo del lavoro sono preziose, molto preziose. Purtroppo però le statistiche confermano un vecchio adagio. Le signore continuano a guadagnare meno, svolgono attività più precarie e sono complessivamente meno occupate. In percentuali diverse, questa situazione si ripete in Italia come in Europa e negli Usa. Se i dati occupazionali quindi continuano a essere negativi, sono ottimi quelli relativi alla qualità dell’attività svolta: le donne sono più talentuose e preparate.

A dimostrare il trend è anche il Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, che mostra come gli uomini a un anno dalla laurea abbiano nel 9 percento dei casi un lavoro migliore rispetto alle donne. I dati più deprimenti sono relativi al primo lustro, anche perché subentra spesso la maternità e qui non solo c’è il chiaro confronto con gli uomini, ma anche con le donne che non hanno figli, che guadagnano il 14 percento in più.

Non è così in tutto il mondo. Per esempio, Islanda, Finlandia, Norvegia, Svezia, Irlanda sono i 5 migliori Paesi della classifica 2012 del Global Gender Gap. L’Italia si è posizionata alla posizione 80 su 101. Se quindi gli input nazionali non sono di conforto, ci sono però degli altri dati molto positivi che dimostrano che le donne sono coraggiose, hanno voglia di rischiare, hanno talento e soprattutto hanno voglia di far carriera.

A causa della crisi e quindi della mancanza di lavoro, sono sempre di più le donne imprenditrici. In Italia rappresentano il 16 percento contro il 10 percento della media europea. Tra marzo 2012 e marzo 2013 sono nate più di 10mila imprese guidate da donne (fonte: Osservatorio Unioncamere), per un totale di 1.424.798 imprese femminili iscritte al Registro delle Imprese delle Camere di commercio.

Via | D Repubblica

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ultimo aggiornamento: 30-09-2013