Abortire è una scelta difficile, che segna la vita di una donna per sempre. Eppure ci sono ragazze costrette a non portare a termine la gravidanza, consapevoli che il rimpianto sia comunque meno doloroso del rimorso di non aver garantito al proprio bambino una vita degna. Sono tanti i paesi in cui si è riaperto il dibattito sul diritto delle donne di scegliere e soprattutto sul diritto alla vita a tutti costi. Il cattolico Texas il 12 luglio ha votato una legge che vieta di interrompere la gestazione dopo la 20esima settimana (in Italia il limite è 12) e ricordiamo tutti la deputata Wendy Davis che 11 ore ha parlato in piedi per fa scadere i termini per l’approvazione.

A tre mesi da questo voto, continuano le proteste per questa legge così dura e due sviluppatrici americane, Carly Kocurek ed Allyson Whipple, hanno studiato un videogioco gratuito, disponibile on line, intitolato “Choice: Texas a very serious game“. Nel game, ogni giocatore può immedesimarsi in un avatar differente per colore, censo, stato di salute per provare ad avere la possibilità di abortire. In questo modo non solo si comprende quanto sia difficile abortire, ma anche quali siano gli ostacoli che una donna deve superare per raggiungere l’obiettivo. Le autrici hanno dichiarato:

Abortire è un loro diritto e, in alcuni casi, una necessità, ma per nessuna di loro è semplice. Anche chi, come l’avvocato o la madre sposata, ha buone possibilità economiche e un’assicurazione, affronta mille variabili che vanno dal quartiere in cui si vive al tempo a disposizione, sino alla banale disponibilità di mezzi di trasporto e che se si combinano male possono rendere, con questa legge, impraticabile quello che è un diritto. In molti, anche tra i sostenitori della causa, non si rendono conto che oggi l’aborto, è soprattutto una questione di privilegio.

Via | D Repubblica

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ultimo aggiornamento: 08-10-2013