Il decreto legge sul femminicidio sta prendendo forma, nonostante le solite lungaggini burocratiche. Dopo un grave ritardo e diversi scontri, è stato approvato alla Camera con 343 sì, nessun no e 20 astenuti. A sostenere la Legge sono stati il Pd, il Pdl e Scelta Civica, mentre la Lega, il M5S si sono astenuti e il Sel non ha partecipato al voto uscendo dall’Aula. Purtroppo la strada non è ancora terminata, ora dovrà essere esaminato al Senato.

Come abbiamo annunciato qualche giorno fa, i tempi di approvazione al Senato sono davvero stretti e non è detto che Palazzo Madama riesca in 4 giorni a trasformarlo in provvedimento. Tutto deve avvenire entro il 14 ottobre e sono ancora numerosi gli emendamenti che soddisfano totalmente: c’è ancora un aspetto repressivo di questo dl che non convince. Durante il suo intervento Renato Balduzzi di Scelta civica, ha dichiarato:

La sanzione detentiva non dimostra di per sé una grande utilità, possono essere molto più utili meccanismi che portino a immaginare dei programmi di riabilitazione.

I deputati del Movimento Cinque Stelle lo definiscono un “decreto fritto misto” o “macedonia”, facendo riferimento alle misure relative a Province, Tav e vigili del fuoco contenute nel decreto legge. Insomma, le cose da rivedere sono davvero tante e l’insoddisfazione generale è un dato di fatto: c’è da dire che questo è un primo passo, poi si potrà sicuramente migliorare. È importante, però, difendere prima di tutto la vittima.


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ultimo aggiornamento: 10-10-2013