Conservatore non è dire abbastanza. Infatti per definire il governo di Mariano Rajoy, premier spagnolo e leader del Partito Popolare, questo aggettivo suona come riduttivo. Sarebbe più corretto definirlo “conservatore nostalgico”, in quanto proprio ieri “el Gobierno Ibèrico” ha approvato un progetto di legge che fa tornare indietro la Spagna di un trentennio, precisamente a quando l’aborto era una pratica illegale.

Sotto il regime Zapatero, il paese si era abituato a sperimentare una certa libertà di vedute e comportamenti, e nella fattispecie, parlando di interruzione volontaria di gravidanza, la Spagna risultava all’avanguardia rispetto al resto della legislazione europea. Ma Rajoy non è Zapatero e l’attuale primo ministro non ha mai nascosto di schierarsi sempre e comunque dalla parte della vita, anche se ancora in divenire.

Le radici del progetto di legge affondano nel lontano 1985 e da qui prendono ispirazione. È proprio questo l’anno in cui si ha memoria di una sentenza del Tribunale Costituzionale che mirava a tutelare il diritto del nascituro di venire al mondo giudicato “un bene giuridico che lo Stato ha l’obbligo di proteggere”, più che quello della madre di decidere di non avere il figlio.

Nello specifico, la nuova legge spagnola andrebbe a rendere illegale la pratica abortiva per il medico che la effettua, mentre per la donna non sono riportate sanzioni penali (ciò non toglie che potrebbero essercene di pecuniarie). E gli unici casi in cui l’interruzione sarebbe consentita sono quelli di rischi per la salute della madre e del bambino, infermità gravi o gravidanza a seguito di violenza sessuale.

Inutile dire che le prime a scagliarsi contro questo progetto di legge, che diventerà effettivo dopo l’approvazione del Parlamento, sono state le Femen, che hanno manifestato a seno nudo nelle aule del Parlamento. Ovviamente anche all’interno in molti hanno storto in naso pensando a questa nuova riforma in stile “ritorno al passato”, non ultimi i membri del Partito Socialista, che sperano di poter cancellare la legge appellandosi al voto segreto e convincendo le colleghe del PP a votare “secondo coscienza” e raziocinio.

Ma le possibilità di riuscita in verità sono scarse, vista anche la sparuta opposizione e la invece solidissima maggioranza di governo. Che dire, con questo salto all’indietro, magari solo il primo di una lunga serie, la Spagna mira a non essere più un paese di modernità e libertà per le donne. Un vero peccato, dopo tutti i traguardi raggiunti.

Via | Il secolo XIX
Foto | da Flickr di somiz

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ultimo aggiornamento: 21-12-2013