Il Google Doodle di oggi celebra l’82esimo anniversario di Dian Fossey, la ricercatrice americana diventata famosa in tutto il mondo per i suoi studi, durati ben 18 anni, sui gorilla di montagna a Karisoke, in Rwanda. La donna spese anche tutta la sua vita per proteggere questa specie animale contro il bracconaggio e la sua storia è diventata talmente celebre da meritarsi anche un film, “Gorilla nella Nebbia” con protagonista Sigourney Weaver, tratto dalla sua personale autobiografia.

Fu l’antropologo Louis Leakey a consigliare a Dian Fossey questa strada, invitandola a seguire le orme dei colleghi Jane Goodall e Biruté Galdikas, che avevano condotto brillanti studi su scimpanzé e orango. Per 18 anni la studiosa statunitense visse in Rwanda per studiare il comportamento di gruppo di questi grandi primati e per proteggerli al tempo stesso. Fu la prima ad avvicinare questi animali, riuscendo così a studiarli da vicino.

La vita a Karisoke non era certo facile: i gorilla non avevano mai avuto buoni rapporti con gli esseri umani, lei e i suoi collaboratori (ne cambiò davvero molti) erano costretti a vivere nella inospitale giungla di montagna, fredda, buia e umida. Ma lei continuò senza sosta e con tenacia il suo lavoro per 18 lunghissimi anni, non solo studiandoli ma anche proteggendoli fino alla sua morte.

Dian Fossey, infatti, verrà uccisa brutalmente, dopo una lunga colluttazione nella sua abitazione: se all’inizio si sospettava che l’omicidio potesse essere ad opera di bracconieri, le ricerche condotte in seguito hanno portato a credere che dietro la sua morte ci fossero personaggi e autorità statali ben più importanti, che forse vedevano nel suo lavoro un serio ostacolo ad interessi più grandi. Se dai più il lavoro della Fossey è visto come uno dei più illuminanti degli ultimi tempi, non mancano, ovviamente, i detrattori, che accusarono i metodi utilizzati dalla studiosa per proteggere i suoi amati gorilla. Metodi non sempre molto ortodossi.

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ultimo aggiornamento: 16-01-2014