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Cassina 9.0 celebra, durante la Milano Design Week 2017, il 90° anniversario con l’installazione firmata da Patricia Urquiola, una esplorazione giocosa che fa riferimento, come nel linguaggio informatico, al progresso e all’evoluzione come necessaria risorsa per reinterpretare l’eredità storica dell’azienda. Una libera interpretazione della monografia “This Will Be The Place”, presentata da Cassina in questa occasione.

Cassina 9.0 si sviluppa in un nuovo luogo di Milano, la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Il progetto curato da Patricia Urquiola consiste in un’installazione site-specific che dialoga con lo spazio rispettando l’architettura dell’edificio e le linee di ricerca della Fondazione dedicate alle trasformazioni degli spazi urbani e delle dimensioni di cittadinanza.

Il percorso inizia al primo piano dove lo spazio viene diviso da un gesto che riprende il taglio diagonale dell’edificio. E’ un disruption wall. Perché una rottura, come spiega il designer Konstantin Grcic nel libro “This Will Be The Place”, è un’opportunità per creare cambiamento. Nella prima parte dell’installazione, permeata dal colore rosa, è la realtà virtuale a innestarsi nella dimensione reale. All’interno di ambienti domestici riconoscibili, il visitatore si relaziona ai prodotti di Cassina tramite esperienze interattive inaspettate, coinvolgenti ed ironiche, che vanno mutando. La presenza di opere dell’Archivio di Cassina rafforza il concetto del passato come fondamento per costruire il futuro. Il colore verde segna l’arrivo in un’altra realtà.

In quest’area una riproduzione del grande divano-isola La Barca di Piero De Martini (1975) invita il visitatore alla condivisione, in un ambiente in cui ognuno può adattarsi confortevolmente. Si riprende così il concetto del Free Flow, uno spazio fluido senza limiti, espresso nel libro dall’architetto tedesco Arno Brandlhuber. Qui si attende l’ingresso alla chroma key room: attraverso questa tecnica, il visitatore viene trasferito in una dimensione virtuale, immergendosi nei collage disegnati per il libro dall’artista Martti Kalliala. Si entra così in una dimensione surreale, giocosa come un Playground.

Salendo verso la punta dell’edificio, si può visitare l’avveniristico Refuge Tonneau che svetta sopra la città come un faro. Cassina ha ricostruito fedelmente questo rifugio di montagna portatile, disegnato da Charlotte Perriand e Pierre Jeanneret nel 1938, per diffondere i valori culturali degli architetti del Moderno. In questo contesto il Refuge Tonneau diventa un simbolo del tema Back To The Roots, un manifesto per il ritorno alla natura, che nel libro il giovane architetto cinese Zhao Yang presenta come una risposta alla densificazione dei centri urbani. Nella sala lettura della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, i visitatori potevano accomodarsi sul nuovo divano Soft Props disegnato da Konstantin Grcic per la Collezione 2017.

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ultimo aggiornamento: 11-04-2017