Ieri è arrivata l’attesa sentenza: Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono stati nuovamente condannati per l’omicidio di Meredith Kercher, la studentessa britannica uccisa a Perugia durante la notte di Halloween nel 2007. Dopo l’assoluzione di secondo grado, la Cassazione aveva annullato la sentenza e deciso che il processo andava rifatto a Firenze. Amanda Knox, che dopo l’assoluzione era volata immediatamente negli Stati Uniti, è stata condannata a 28 anni e mezzo ed ha seguito l’udienza a casa della madre a Seattle.

Amanda si è dichiarata sconvolta e di ha parlato di una vera persecuzione nei suoi confronti:

“Sono terrorizzata e intristita da questo verdetto ingiusto. Essendo stata riconosciuta innocente in precedenza, mi aspettavo di meglio dal sistema giudiziario italiano. Le prove e il teorema accusatorio non giustificano un giudizio di colpevolezza oltre ogni ragionevole dubbio. Piuttosto, nulla è cambiato. C’è sempre stata una chiara mancanza di prove. Io e la mia famiglia abbiamo sofferto enormemente per questa persecuzione sbagliata.”

La Knox, intervistata da Good Morning America sulla Abc, ha ulteriormente attaccato il sistema giudiziario italiano parlando di “una condanna sbagliata è orribile per chi la subisce, ma è anche terribile per la vittima, la sua famiglia e la società”.

Ma oltre alle dichiarazioni di Amanda sono arrivate anche quelle del fratello di Meredith, in aula assieme alla sorella durante la sentenza:

“Questi sette anni sono stati difficili e dolorosi. Tra giudizi cautelari e di merito, sono più di 40 i magistrati che si sono convinti della colpevolezza di Sollecito e della Knox. Solo quelli della corte d’appello di Perugia si erano convinti del contrario”.

Via | Crimeblog 

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ultimo aggiornamento: 31-01-2014