I medicinali o rimedi omeopatici sono sempre più usati dagli italiani per curare diverse patologie, tra cui i classici malanni stagionali come l’influenza e il raffreddore. Questo perché tutti sappiamo che si tratta di prodotti che non sono tossici per l’organismo e non producono effetti collaterali come i cosiddetti medicinali allopatici della medicina tradizionale che mirano a “spegnere” il sintomo. Eppure, anche se li adoperiamo, magari per curare i nostri bambini, non sappiamo esattamente di che tipo di prodotti farmaceutici si tratta.

Il principio base dell’omeopatia come teorizzato, a fine settecento, dal medico Samuel Hanhemann, è quello di “curare il simile con il simile”, nella convinzione che l’organismo umano possiede già tutte le risorse per guarire da solo, e che basti sono stimolarle.

In pratica nel farmaco omeopatico sono presenti, come principi attivi, delle sostanze (in genere estratte dalle piante) che in un organismo sano sono in grado, ad alte dosi, di provocare il malanno che andranno (adeguatamente diluite) a curare. Questo meccanismo terapeutico che procede per similitudine, altro non fa che potenziare in modo naturale le difese immunitarie, saranno queste, infatti, che porteranno alla guarigione l’organismo.

Quando andiamo in farmacia a chiedere un medicinale omeopatico, in genere ci viene data una confezione che può contenere gocce, globuli o granuli, in cui è presente un’etichetta in cui campeggiano cifre e numeri, oltre al nome del principio attivo.

La parte numerica indica il numero di diluizioni a cui la sostanza è stata sottoposta. Le più comuni sono 5, 7, 9, ma si arriva che a 30 e oltre. Teniamo conto che più la soluzione sarà diluita, tanto più sarà profondo il suo effetto nell’organismo (senza mai, però, diventare tossico).

Le sigle, invece, indicano il metodo seguito per ottenere la diluizione: CH indica diluizione centesimale secondo il metodo Hahnemann, DH significa diluizione decimale secondo il metodo Hahnemann, K diluizione secondo il metodo Korsakov, e infine LM o 50M diluizione cinquanta millesimale. Che il rimedio omeopatico sia in forma di gocce in soluzione alcolica, in globuli o in granuli, va sempre assunto lontano dai pasti e con modalità sublinguale per essere meglio assorbito. Tutto chiaro?

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ultimo aggiornamento: 05-02-2014