Sakineh torna libera. La donna iraniana era stata condannata alla pena di morte per lapidazione otto anni fa quando, in seguito all’uccisione del marito, venne dichiarata coinvolta nell’omicidio; a questa pena, poi commutata in dieci anni di prigione, se ne aggiunse un’altra relativa ad un secondo processo per adulterio in cui fu condannata alla pena capitale.

La sua vicenda ebbe grande risonanza a livello internazionale e la mobilitazione popolare fu una delle motivazioni che la salvarono dall’esecuzione. A rendere nota la notizia della sua liberazione a Teheran è il Segretario Generale del Consiglio Superiore iraniano per i diritti umani, Mahamad Javad Larijiani, il quale avrebbe spiegato le motivazioni del rilascio come dovute alla “buona condotta” e ad un atto di misericordia. questa, però, non è la prima volta che Sakineh viene rilaasciata.

Di Sakineh, 47 anni e madre di due bambini, non si era saputo più nulla dal 2010 quando la giustizia iraniana decise di sospendere la pena per esaminare ulteriormente il suo caso.

Al momento non è chiaro se si tratti di un rilascio definitivo o temporaneo in quanto né la famiglia della donna né Iran Human Rights hanno confermato la notizia; se si trattasse della liberazione tanto sperata è chiaro come parte del merito sia attribuibile alla mobilitazione internazionale sul suo caso. La vicenda di Sakineh si concluderebbe con un lieto fine, un ottimo risultato che potrebbe spianare la strada alla risoluzione di tanti altri casi di persone, recluse e torturate, solo perchè impegnate in attività politica.

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Fonte | Corriere

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ultimo aggiornamento: 20-03-2014