Vent’anni a Luca Varani, quattordici ai due sicari esecutori materiali dell’agguato, Rubin Talaban e Altistin Precetaj. Si conclude così il rito abbreviato del processo di primo grado nel caso Lucia Annibali.

La donna era stata sfregiata con l’acido il 16 aprile 2013.

Per il gup di Pesaro, Maurizio di Palma, non ci sono stati dubbi: Varani, ex fidanzato di Lucia, è il mandante dell’aggressione.

Lei, che è diventata un vero e proprio simbolo della lotta alla violenza sulle donne – l’8 marzo scorso ha ricevuto un’onoreficenza da Giorgio Napolitano –, ha assistito a tutte le udienze e commenta così, come scrive Repubblica:

«La sentenza è giusta, adesso voglio guardare avanti. In questi mesi difficili ho lottato per non farmi travolgere da un dolore immenso. Non voglio portare rancore, anche se nulla potrà ripagarmi. Adesso voglio ricostruire al meglio il mio viso e godermi un po’ di serenità. Dentro di me non ho coltivato la rabbia. L’ustione mi ha insegnato ad essere ottimista. L’importante è che io viva bene la mia nuova esistenza».

La vicenda, però, non è affatto terminata.

Gli avvocati della difesa di Varani, infatti, hanno già annunciato che ricorreranno in appello. L’avvocato di Annibali non è affatto accomodante in merito:

«E’ stata data una pena mai vista nel nostro sistema. Comunque andremo ad Ancona e poi a Roma. Gli avvocati della difesa devono vergognarsi».

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ultimo aggiornamento: 29-03-2014