Le donne vittime di violenza sono le nostre vicine di casa, le nostre amiche, le nostre cugine, siamo noi. Lo dimostrano gli ultimi dati presentati in occasione del convegno «Pratica e metodologia dei centri antiviolenza»: solo in Lombardia negli ultimi 4 anno (2009-2013) quasi 14mila donne hanno chiesto aiuto a uno dei 16 centri antiviolenza. Un dato davvero incredibile che fa pensare quanto siano diffusi gli abusi.

Secondo l’indagine, circa 10mila donne hanno subito maltrattamenti psicologici, più di 8mila anche fisici, oltre 3.600 signore abusi economici, 2.400 sono state violentate e invece quasi 1.500 sono state vittime di stalking. E non pensiate che siano i classici episodi culturali tipici degli stranieri: di queste 14mila, 10mila sono italiane con reddito medio e il violento è il marito, il convivente o un ex. La violenza sulle donne è quasi sempre domestica o legata a una storia privata.

Dopo il convegno è stata denunciata una grave situazione, dei Centri antiviolenza e delle Case delle Donne che in questi anni di duro lavoro non sono stati sostenuti a dovere con finanziamento governativi. Sono stati stanziati sei mila euro l’anno per due anni per ogni centro e alle Case Rifugio che operano da decenni e in regime di volontariato. Purtroppo questi soldi non sono sufficienti neanche per pagare le bollette. Queste strutture quindi chiedono a chi saranno devoluti i famosi 15 milioni di euro stanziati? In un comunicato si legge:

Nella Convenzione si privilegia il lavoro dei centri di donne indipendenti, mentre il Governo Italiano sceglie di destinare la maggior parte dei finanziamenti alle reti di carattere istituzionale.L’idea è che la politica non intenda rinunciare a “intercettare” quei fondi, e che si proponga di controllare e ridurre allo stremo i Centri antiviolenza indipendenti, già operativi da molti anni e riuniti in una Rete Nazionale di cui anche D.i.Re fa parte.
Denunciamo questo modo di procedere.

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ultimo aggiornamento: 30-06-2014