Le molestie sul lavoro sono un fenomeno molto più diffuso di quanto non si pensi. Come riportato sul sito del Ministero degli Interni, con questo termine ci si riferisce sia a vere e proprie molestie di tipo sessuale come situazioni apparentemente casuali o amichevoli, apprezzamenti verbali, sguardi insistenti, battute pesanti ed allusive, linguaggio verbale e scurrile, inviti pressanti e richieste implicite ed esplicite anche di rapporti sessuali con promesse varie di carriera oppure ad angherie, vessazioni, umiliazioni o aggressioni di tipo fisico o verbale (il cosiddetto mobbing, portato agli onori delle cronache con la pellicola del 2004 con protagonista Nicoletta Braschi).

Cosa fare se, purtroppo, si è vittime di soprusi di questo tipo? Se i comportamenti molesti proseguono nonostante abbiate messo in chiaro che non sono graditi potete rivolgervi ad un delegato sdindacale, fare presenti i fatti ad una consiglierà di parità – si tratta di una figura presente a livello nazionale, regionale e provinciale che si occupa di supervisionare la condizione della donna nel mercato del lavoro – oppure contattare un avvocato.

Dal momento che impossibile nonchè inaudito lavorare in condizioni che ledono la dignità della persona, dovrà essere richiesto di adottare il provvedimento più adatto per risolvere la situazione, sia tramite il trasferimento della persona che attua tali comportamenti sia tramite una sanzione disciplinare che, però, non sempre è sufficiente.

Sul terriritorio esistono anche diversi centri e sportelli a cui ci si può rivolgere per un consiglio e una consulenza legale, un’opportunità molto importante soprattutto per chi non è nelle condizioni di rivolgersi ad un avvocato privatamente.

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ultimo aggiornamento: 26-08-2014