I primi furono coniugi Curie, scopritori del radio (e vittime dei suoi ancora sconosciuti effetti letali), a vincere il Nobel per la Medicina in tandem, seguiti da altre tre coppie. E ora anche il 2014 ha visto l’assegnazione del più prestigioso e ambito riconoscimento al mondo, alla quinta coppia di scienziati che condividono laboratorio, casa e letto.
E’ accaduto a May Britt-Moser e Edvuard Moser, che con il collega americano John O’Keefe, si sono aggiudicato il Nobel per aver svelato i meccanismi cerebrali dell’orientamento umano. In pratica, attraverso le loro ricerche, sono stati in grado di comprendere il funzionamento di quella sorta di “GPS” incorporato che ciascuno di noi si porta appresso, e che ci permette di muoverci nel mondo senza perderci (o quasi).
May Britt-Moser, norvegese di Fosnavàg (cittadina dove nacque nel 1963), è l’undicesima donna ad essere stata insignita del Nobel per la Medicina (tra queste ricordiamo, con molto orgoglio, la “nostra” Rita Levi Montalcini).
May Britt in realtà ha studiato Psicologia all’Università di Oslo, dove ha conosciuto il futuro marito Edvard, nel 1995 ha conseguito il dottorato in Neurofisiologia, e quindi ha lavorato per un breve periodo sia all’Università di Edimburgo che a quella di Londra, approfondendo la sua preparazione in ambito neurologico.
Successivamente è tornata nella sua Norvegia, con il marito, per insegnare presso la Norwegian University of Science and Technology (Nust) di Trondheim, dove, dal 2000, ha la Cattedra in Neuroscienze e dove dirige il Centro di Computazione Neurale. Accanto all’attività didattica, May-Britt ha continuato quella di ricercatrice in laboratorio, sempre in collaborazione con il marito.
A proposito del Nobel, infatti, i coniugi Moser hanno ripreso e arricchito precedenti scoperte sul cervello dei ratti e sulle loro capacità di orientamento effettuate dal John O’Keefe negli anni settanta del novecento. Di fatto per quale importante scoperta May Britt ed Edvard Moser sono stati giudicati degni di vincere il Nobel per la Medicina 2014?
Per aver individuato, nel cervello umano, le cosiddette “cellule-griglia”, ovvero quel gruppo di cellule neuronali specializzate che coordinandosi ci permettono di localizzarci nello spazio e di ricordare il percorso effettuato. Insomma, sono le nostre “mollichine” di Pollicino. Complimenti a May-Britt Moser e ai suoi colleghi!
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