Essere vittime e colpevoli al tempo stesso. Sono numerose le donne che accettano in silenzio la violenza del partner perché sono convinte di meritarsela. Nella nostra mente a volte scattano strani meccanismi di autodifesa, o in questo specifico caso, di punizione: non sono una brava moglie, devo averlo fatto ingelosire, non sono in grado di mostrargli quanto lo amo oppure è l’unico modo che conosce di amare.
Sembra un paradosso, ma è molto più comunque di quanto non si creda. Questo modo di colpevolizzarsi è frutto di una cultura maschilista che per anni ha sottomesso la donna, facendole credere di essere inferiore all’uomo di casa, di essere nata da una sua costola e di conseguenza di non meritare il medesimo rispetto. Come abbiamo detto in molte occasioni, la violenza sulle donne è soprattutto un problema di carattere culturale e per questo motivo è particolarmente difficile da contrastare.
A dimostrazione di questa tesi, c’è un video della polizia ungherese. Il dipartimento Pecs, ovvero quello che si occupa della sicurezza delle donne, ha creato un piccolo corto, diffuso su youtube da pochi giorni e intitolato Selfie Klip in cui si sostiene che le donne siano la causa delle loro molestie, perché magari vestono in modo provocatorio, perché hanno tendenza equivoca a flirtare, e via così.
Un messaggio allucinante, allucinante perché arriva da un Paese come l’Ungheria, non parliamo dell’India. In Kenya settimana scorsa sono scesi in piazza in difesa delle donne, che devono essere libere di vestirsi come credono senza per questo motivo essere oggetto di insulti, scherni e violenza. Reka Safrany, responsabile di un’associazione che riunisce diverse organizzazioni a tutela degli interessi delle donne, allo Spiegel ha dichiarato:
Questo video è mostruoso. La responsabilità della violenza criminale viene chiaramente addossata alla vittima. Si tratta di un messaggio di una visione morale estremamente conservatrice.
Via | Today
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