Omonimo all’azienda che lo produce, il tetrapak (figlio appunto della svedese Tetra Pak), è uno dei materiali più usati per l’imballaggio degli alimenti liquidi o semiliquidi. Ne sono un esempio il latte, i succhi di frutta, i passati o le vellutate di verdure e i brodi pronti, ultimi arrivati in ordine di tempo sugli scaffali dei supermercati.

Ma poi, sarà davvero corretto definirlo materiale visto che di fatto trattasi di una sorta di “lega” fatta con strati di cartone, polietilene e alluminio? E proprio per tale ragione, come si fa a riciclarlo e qual è il giusto bidone dove gettarlo?

La risposta non è universale, ve lo diciamo subito. Infatti il tetrapak è gestito in modo differente a seconda del Comune di residenza. Se fino a qualche anno fa i contenitori venivano quasi esclusivamente buttati nel contenitore dell’indifferenziata, ad oggi sono le società di smaltimento rifiuti locali che indicano la campana più giusta dove metterlo.

Sempre più comuni comunque sono serviti da un servizio di separazione dei componenti che si effettua in cartiera. E in questo caso il bidoncino del riciclo corretto è proprio quello della carta, di cui in effetti il tetrapak ne contiene un buon 75% del totale.

Dopo la separazione in loco la parte cartacea viene trasformata in pasta di cellulosa, l’ingrediente principale da cui si produce la cosiddetta “carta frutta”, utile per la creazione di materiale di cancelleria, sacchetti della spesa e altri prodotti da imballaggio.

Gli strati di alluminio e polietilene (rispettivamente il 20 e il 5% del totale), di fatto un componente plastico con buone proprietà isolanti (e come potrebbe essere diversamente, visto il ruolo che svolge per proteggere i nostri alimenti?) vengono invece lavorati e granulati, diventando ecoallene.

Quest’ultimo è un ulteriore materiale plastico che viene usato per la produzione di gadget, articoli da regalo e anche articoli per scuola e ufficio.

Se quindi il bidone della carta è il maggiore indiziato per accogliere i nostri contenitori di tetrapak usati, vediamo anche qual è il modo migliore per facilitare il processo di riciclo, sistemando questo materiale già in casa prima di buttarlo.

Per evitare che gli scarti di latte o succhi fermentino nel contenitore, è bene dare una sciacquata accurata per eliminare le rimanenze. In secondo luogo bisogna staccare le parti incollate degli angoli e schiacciare il cartone per ridurne l’ingombro prima di cestinarlo.

Per sapere poi se la propria città è fra quelle dove è stata avviata la raccolta differenziata del tetapak e per avere tutte le info che servono sui processi di gestione di questo prezioso materiale, si può fare un salto sul sito TiRiciclo, che contiene anche qualche idea sfiziosa per dare una seconda vita ai cartoni per alimenti col riciclo creativo.

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ultimo aggiornamento: 19-03-2015