Mamme che lavorano: quali sono le leggi italiane che tutelano la volontà delle donne di conciliare il lavoro e la famiglia? In realtà le normative sono diverse, anche se spesso non vengono applicate, perché non si conoscono o perché non ci sono abbastanza risorse per poterle mettere in pratica. Le leggi ci sono, ma nessuno le usa.

Secondo quanto affermato da Marcella Corsi, docente di Economia Politica all’Università La Sapienza di Roma:

Dal punto di vista normativo, siamo molto meglio di quanto poi viviamo nella realtà. Perché gli strumenti li abbiamo, ma andrebbero rilanciati con fondi nuovi. Se no si rischia sempre di ricominciare dalla scoperta del fuoco. Abbiamo un patrimonio legislativo importante per le donne al lavoro e per le mamme al lavoro, perché aggiungere altro corpus giuridico?

Quali sono allora le leggi che già esistono, ma che nessuno applica? La legge 53 del 2000, ad esempio, dà alle Regioni la possibilità di finanziare misure di conciliazione per le aziende: si parla di nidi aziendali o servizi per pagare le bollette. Esistono poi i voucher per pagare l’asilo nido, previsti dalla legge Monti-Fornero del 2012 e che spettano a quelle donne che rinunciano al congedo.

Secondo una norma prevista dall’art. 13 del D. Lgs. 196/1997, invece, si potrebbe agevolare l’accesso a orari ridotti per mamme e papà, mentre attualmente Mara Carfagna di Forza Italia e Fabrizia Giuliani e Irene Tinagli del Partito Democratico starebbero ideando una nuova legge per agevolare la vita delle mamme che lavorano, con asili nido più facili, congedi di paternità obbligatori e detassazione per le mamme che rientrano al lavoro, detassazione che dovrebbe essere automatica, se la legge verrà approvata, ovviamente!

Via | Lettera43

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ultimo aggiornamento: 27-03-2015