
A woman walks past some 355 Would-be immigrants from Eritrea after their arrival by boat in the port of Italy's southern island of Lampedusa late on 21 August 2008. Nearly 500 boat people landed or were close to the Italian Mediterranean island of Lampedusa on August 22, 2008 most of them rescued by the Italian coastguard, a spokesman told AFP. AFP PHOTO MAURO SEMINARA (Photo credit should read Mauro Seminara/AFP/Getty Images)
Ci sono donne nate per lasciare il segno, per dare l’esempio. Forse non cambieranno il mondo, ma sicuramente aiuteranno a renderlo migliore. Alganesh Fessaha è una dottoressa milanese di origine eritrea. Vive all’ombra della madonnina da 40 anni e ha vinto l’Ambrogino d’oro, l’onorificenza più nobile e significativa consegnata dalla città di Milano a quelle persone che danno un contributo importante alla comunità.
Qual è il ruolo di questa signora? Alganesh Fessaha è chiamata da molti profughi mamma, perché come una madre si prende cura di loro. Ormai da sei anni aiuta nella fuga i migranti dell’Eritrea. Ha messo più volte a rischio la sua vita in Libia e nel Sinai (zone in cui 30mila persone sono state sequestrate e ridotte in schiavitù)per liberare le persone rinchiuse in galera, come si prodigata nei lager del Sudan, per aiutare i malati, le donne e i bambini.
È anche l’autrice di Occhi nel deserto, una raccolta di fotografie che documentano l’orrore e il dolore provati dalle vittime di numerosi prigionieri. Il suo lavoro è compiuto grazie all’Ong Gandhi, fondata da un gruppo di privati cittadini africani (medici, professori universitari, liberi professionisti) con il preciso scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema del totale abbandono dei bambini e degli adolescenti e sul disagio delle donne. Gandhi sostiene attualmente numerosi progetti in diversi paesi africani.
Si tratta di un’organizzazione importante, che si è consolidata negli anni grazie al lavoro e all’impegno di persone come Alganesh Fessaha.